Cani bombardati di ormoni e operati inutilmente, sequestrato allevamento a Montesilvano
PESCARA, 18 maggio – Cani trattati con ormoni per incrementare la riproduzione, interventi chirurgici per modificare la conformazione della mandibola e renderli più pregiati. E’ stata un’indagine compiuta dai militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale e Forestale in sede, dei Comandi Stazione Carabinieri Forestale di Pescara e Tocco da Casauria, insieme a personale medico veterinario del Gruppo Carabinieri Forestale di Teramo, a portare al sequestro preventivo di un allevamento di cani di razza chihuahua a Montesilvano. Tre le persone denunciate.
Il sequestro preventivo è stato effettuato su decreto emesso dal Gip di Pescara Elio Bongrazio su richiesta del Pm Gennaro Varone. Le persone denunciate sono M. G., cinquantacinquenne, ed N. P., quarantacinquenne, entrambi di Montesilvano (PE) e titolari dell’allevamento, in concorso con M. D. C., cinquantanovenne veterinario di Silvi Marina, per contraffazione di documenti, falso materiale e maltrattamento animale.
Dagli accertamenti è emerso che i titolari avevano contraffatto i certificati di iscrizione all’anagrafe canina di 22 cani, dichiarando false date di nascita e inducendo i funzionari dell’Ente Nazionale della cinofilia Italiana di Milano al rilascio dell’apposita “denuncia di iscrizione” dei cuccioli al Libro Genealogico, propedeutico all’emissione di “pedigree”, rivelatisi non rispondenti al vero. Pedigree che però aumentavano fittiziamente il valore degli animali sul mercato.
Sono state le intercettazioni telefoniche e ambientali a rivelare le pratiche che venivano effettuate sugli animali: gli indagati avrebbero somministrato alle fattrici vari ormoni progestinici per favorire l’accoppiamento e incrementare artificialmente la riproduzione, oltre a correggere meccanicamente, durante le fasi di sviluppo dei cani, le mandibole di alcuni esemplari, per migliorarne il pregio estetico diminuendone il prognatismo, in vista della partecipazione ad esposizioni canine.
Inoltre, con l’aiuto del veterinario, gli allevatori avrebbero sottoposto alcuni chihuahua con “pedigree”, senza necessità, ad operazioni chirurgiche per l’espianto dei “microchip”, che poi sarebbero stati inoculati in esemplari diversi. Operazione che da un lato avrebbe accresciuto il valore dei cani che hanno ricevuto il microchip dall’altro avrebbero costretto gli animali a inutili sofferenze.
Gli animali sequestrati sono 30, di cui 3 maschi e 12 fattrici di diverse età e 15 cuccioli da 1 giorno a 2 mese di età, preventivamente identificati mediante la lettura del relativo “microchip”, dove presente.
Tranne due femmine, una con cuccioli di un giorno e l’altra prossima al parto, gli animali sono stati poi trasportati presso il canile rifugio di un comune limitrofo per il successivo affidamento volontario agli eventuali futuri richiedenti.