Carenza idrica, ok della Asl al Ruzzo per la ripresa delle captazioni dai Laboratori
TERAMO, 12 gennaio – Il gelo non sembra voler lasciare l’Abruzzo mettendo a dura prova anche il sistema idrico della Ruzzo Reti Spa. Tanto che a fronte del rischio di una vera e propria emergenza igienico sanitaria dovuta alla carenza idrica, al termine di una riunione con l’Ato e i vertici Asl, è stato deciso di riprendere l’utilizzo della captazione di circa 100 l/s proveniente dal Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso.
Una decisione presa dopo che il Sian, sulla scorta di un parere dell’istituto superiore di sanità, ha revocato il relativo divieto e anche alla luce del fatto che tutti gli accertamenti effettuati dal 30 agosto in poi hanno costantemente accertato la salubrità dell’acqua. Acqua che in ogni caso, per maggior sicurezza, sarà sottoposta ad analisi di controllo quotidiane.
“Si ritiene che, con tale provvedimento, si possa riprendere ad alimentare correttamente tutta la provincia – spiega il Ruzzo – Rimane però l’allerta anche in virtù di previsioni meteorologiche non favorevoli. Pertanto, suggeriamo nuovamente una particolare attenzione e protezione dei contatori particolarmente esposti al gelo.Per qualsiasi segnalazione ed informazione è possibile contattare il nostro numero verde 800.064.644”.
Dopo la comunicazione della ripresa delle captazioni a stretto giro di posta la Asl di Teramo, con un comunicato, ha reso noto il parere dell’Iss, per il quale “non risulta evincersi rischio per la popolazione a seguito dell’inquinamento delle acque sotterranee – approvvigionamento idrico del Gran Sasso da diclorometano – sia in considerazione dei livelli di concentrazione riscontrati e per la sua durata, che per le misure precauzionali adottate, basate su una rilevazione precoce dell’evento pericoloso, nell’accertamento delle cause di episodio transiente, e nella segregazione della captazione, sottoposta comunque al monitoraggio“.
Da qui l’ok del Sian alla riammissione in rete delle acque del punto di captazione dei Laboratori. La Asl, comunque, sottolinea come la dirigente del settore, la dottoressa Marconi, in considerazione del fatto che la risorsa idrica del Gran Sasso sia comunque correlata a sorgenti di rischio come i laboratori dell’ lnfne l’autostrada A24, ritenga necessario che “…tutti i soggetti coinvolti predispongano e implementino ulteriori misure per la gestione dei rischi”.
In particolare, per la dirigente del Sian, “l’ente Gestore Ruzzo Reti deve predisporre il piano di sicurezza dell’acqua della filiera idrica delle sorgenti del Traforo Gran Sasso e del punto di captazione dell’ lnfn, avvalendosi anche dell’apporto di competenze istituzionali ( Asl, Arta, Iss, Università) e deve ufficialmente avviare la costituzione del gruppo per la redazione del Psa (Piano sicurezza acqua) entro il 31.01.2017 trasmettendo il relativo atto a questo servizio e dovrà predisporre un sistema di campionamento ed analisi in automatico delle acque captate alle sorgenti del traforo e Infn prevedendo l’analisi di possibili contaminanti individuati con il Psa da condividere on – line con questa Asl entro il 31.12.2017“.
Per quanto riguarda l’Infn, invece, “dovrà dare attuazione entro il 31.12.2017 alle prescrizioni di cui alla nota prot. n. 13315 del 19/07/2013 dell’lss condividendo i relativi interventi con questa Autorità e con I’Ente Gestore“.
Infine, continua la Asl, “rilevato che le opere strutturali eseguite, come dimostrato dagli eventi potenzialmente pericolosi verificatisi, non sono risultate completamente idonee a proteggere il sistema idrico, dovranno essere eseguiti ulteriori interventi strutturali come pavimentazioni e canalizzazioni. A tal fine si invita la Regione ad avviare con urgenza le procedure per il completamento delle opere di cui alle sopracitate Ordinanze della Protezione Civile”.