Centrale Stogit di Cupello, esposto in Procura: “Acque e terreni inquinati, bonifica a rilento”
CUPELLO, 14 giugno – Esposto alla procura di Vasto, da parte della Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, che fa parte Coordinamento No Hub del Gas e che denuncia il “grave inquinamento da arsenico e idrocarburi nei terreni e nelle acque sotterranee dello stoccaggio gas Fiume Treste a Cupello”. Una denuncia riguardante uno degli impianti più grandi d’Europa, nella quale si segnalano “gravissime omissioni, ritardi ed inadempienze nelle procedure di bonifica”, sulla base di quanto sarebbe emerso “dopo un laborioso accesso agli atti”.
La Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, in una nota, mette in luce:
“I terreni e l’acqua sotterranea della centrale Stogit (Snam) di Fiume Treste sono pesantemente inquinati da arsenico e idrocarburi pesanti e leggeri e le procedure di bonifica, iniziate nel 2014, languono. Per questo abbiamo depositato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Vasto e a diversi enti a vario titolo coinvolti, per le gravissime omissioni ed inadempienze riscontrate nel procedimento di bonifica”.
La onlus ricostruisce le ultime tappe della vicenda:
“Ai primi di aprile 2018 era partita simbolicamente proprio dalla centrale Stogit la carovana No Hub del Gas e la Snam aveva replicato che era tutto a posto, scrivendo che la centrale manteneva ‘inalterato lo stato dei luoghi’, e ‘assicurando la salvaguardia dell’ambiente’. Grazie a qualche indicazione, come al solito arrivata informalmente, nonostante la legge, il D.lgs.195/2005, preveda da 13 anni che tutta la documentazione in materia ambientale sia resa disponibile sui siti web istituzionali, abbiamo attivato un accesso agli atti presso gli enti che come al solito si è rivelato molto laborioso. Come già comunicato precedentemente, abbiamo intanto scoperto che l’impianto, classificato a Rischio di Incidente Rilevante, era privo da decenni dell’obbligatorio Piano di Emergenza Esterno per i cittadini. Un’omissione gravissima rispetto agli obblighi della Direttiva Seveso da parte della Prefettura di Chieti, che preoccupa il locale comitato Difendiamo Montalfano e che abbiamo immediatamente segnalato alla Procura”.
Quanto alla contaminazione da arsenico e idrocarburi, la Stazione Ornitologica abruzzese afferma:
“Stogit, a partire dal 2013, ha condotto una serie di monitoraggi e campionamenti nelle aree di propria competenza, che hanno evidenziato il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione nei terreni di tre siti: Centrale di trattamento (idrocarburi pesanti e leggeri; arsenico; selenio); Cluster B (idrocarburi pesanti e leggeri); Pozzi 25-26 (idrocarburi pesanti e leggeri). Pertanto la società, agli inizi del 2014, ha provveduto alla comunicazione prevista dal D.lgs.152/2006 in materia di siti potenzialmente contaminati e attivato la relativa filiera procedimentale che comprenderebbe, per quanto riguarda il quadro conoscitivo e la progettazione degli interventi: segnalazione, presentazione del Piano di Caratterizzazione (PdC), attuazione del Piano, analisi di rischio con individuazione degli obiettivi di bonifica (AdR) e, infine, progettazione e attuazione della bonifica. Nel 2015 veniva approvato ed eseguito un Piano di caratterizzazione per la centrale di trattamento, parziale in quanto privo delle analisi delle acque sotterranee nonostante fossero state imposte dall’Arta. La successiva analisi di rischio di fine 2015, peraltro monca appunto dei risultati delle acque, aveva addirittura evidenziato nei terreni la sussistenza di un rischio non accettabile a causa degli idrocarburi e una contaminazione da arsenico dei terreni molto consistente (fino a 100 volte le Concentrazioni Soglia di Contaminazione). Stogit, senza alcun documento tecnico a supporto, ha anche provato a sostenere in questi documenti un’origine ‘storica’ della contaminazione. Nonostante questi documenti preoccupanti, il Comune di Cupello ha impiegato oltre un anno per convocare la conferenza dei Servizi, per approvare i documenti depositati. Necessitavano forse di un lungo periodo di decantazione nei cassetti comunali? A marzo 2017, gli enti hanno finalmente approvato l’analisi di rischio della Centrale di Trattamento chiedendo integrazioni per le parti relative alle analisi delle acque. A quel punto, nella seconda metà del 2017, Stogit, che aveva cercato in un primo tempo di sostenere addirittura l’assenza di una falda nell’area, esegue finalmente i sondaggi prescritti fin dal 2015 e non solo trova la falda, ma evidenzia una fortissima contaminazione da arsenico, fino a centinaia di volte i limiti di legge. Il tutto confermato dalle analisi Arta, addirittura con una punta di 447 volte i limiti di legge. Nel frattempo Arta, nel 2017, trova una contaminazione da idrocarburi anche nelle acque sotterranee del cluster B, le aree con i pozzi di iniezione, nonostante l’analisi di rischio nel frattempo depositata da Stogit avesse escluso problemi per questa area e per quella dei pozzi 25 e 26. Dalle carte consultate non si evidenzia, tra l’altro, alcun intervento di messa in sicurezza di emergenza, nonostante siano obbligatori per legge”.
La onlus conclude:
“Insomma, come al solito, basta far emergere le carte per evidenziare una realtà ben diversa rispetto a quella della propaganda di enti e grandi aziende. Gli impianti connessi direttamente o indirettamente alla gestione degli idrocarburi mostrano quasi sempre importanti impatti ambientali, come dimostrano i dati che gli enti si guardano bene dal divulgare come dovrebbero”.
Non si fa attendere la replica della Stogit, che in serata dirama un comunicato nel quale precisa che:
“L’attività di stoccaggio del gas naturale in sotterraneo svolta dalla società nell’impianto di Cupello non prevede l’utilizzo di arsenico né di selenio e, inoltre, non ha mai provocato nell’area sversamenti accidentali di idrocarburi. Stogit mantiene da sempre un rapporto trasparente con gli enti competenti, ha fornito tutti i dati necessari e avviato il procedimento di bonifica previsto dalla legge”.