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Chieti, coltivava cannabis per curarsi: assolto il pianista Fabrizio Pellegrini

Chieti, coltivava cannabis per curarsi: assolto il pianista Fabrizio Pellegrini

CHIETI, 23 luglio – Il giudice monocratico del Tribunale di Chieti, Chiara Di Gerio, ha assolto oggi il pianista teatino Fabrizio Pellegrini, accusato di aver coltivato cinque piantine e detenuto cannabis. Pellegrini è stato assolto perchè il fatto non sussiste per la condotta di coltivazione e perchè il fatto non è previsto dalla legge come reato, per quella di detenzione. Pellegrini, affetto da fibromialgia, è costretto a coltivare cannabis in casa e quindi a detenere tale sostanza a causa del fatto che, da oltre un decennio, la somministrazione di cannabis per uso terapeutico gli è stata sistematicamente negata, anche dopo l’entrata in vigore della legge regionale che ne consentiva la somministrazione ai malati, a titolo gratuito, e senza escludere la fibromialgia.

I fatti che hanno portato al processo risalgono all’8 giugno 2016, quando la polizia di Chieti sequestrò all’interno dell’abitazione di Pellegrini cinque piantine e una scorta di complessivi 430 grammi di marijuana, compresi foglie e steli, detenuti per un uso personale di tipo terapeutico. Pellegrini ha già conferito incarico all’avvocato Vincenzo Di Nanna, che lo assiste, di agire in giudizio, anche in sede penale, contro la Asl di Chieti, che lo scorso 30 gennaio, pur a fronte del pagamento del ticket di 30 euro da parte di Pellegrini sia per ottenere il farmaco a base di cannabis, sia per essere sottoposto a visita specialistica, così come stabilito dall’attuale giunta regionale e sulla scorta dell’impegnativa del medico curante, ha rifiutato per l’ennesima volta la prestazione.

”La giustizia in Italia è ancora paralizzata dall’emergenza covid, ma il processo a carico di Fabrizio Pellegrini è stato comunque celebrato, e, finalmente, si è concluso con un’assoluzione con formula piena – commenta l’avvocato Di Nanna -. Sembra, dunque, che almeno l’odissea giudiziaria si sia conclusa, ma non quella sanitaria perché, ad oggi, nonostante l’entrata in vigore della legge sulla cannabis terapeutica, Fabrizio si è visto negare con ostinazione le cure prescritte in violazione dell’articolo 32 della Costituzione”.

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