Chieti, gli ex lavoratori di Villa Pini e Maristella: “Pagateci come creditori”
CHIETI, 12 maggio – Sono quasi 600 gli ex lavoratori di Villa Pini e Maristella, rimasti senza stipendi e spettanze, in seguito al fallimento che otto anni fa travolse il gruppo di società che facevano capo a Vincenzo Angelini. Oggi gli ex lavoratori lanciano un appello per chiedere di essere pagati come creditori.
Queste le parole dell’avvocato Alessio Di Carlo che oggi, nel corso di una conferenza stampa a Chieti, ha parlato a nome degli ex lavoratori, che peraltro da agosto del 2014 non hanno più rappresentanti nel Comitato dei creditori:
“Il fallimento Villa Pini e il fallimento Maristella sono stati aperti otto anni fa, nel 2010. Gli ex dipendenti hanno preso una piccola percentuale di quello che gli spetta a fronte di un attivo fallimentare che ad oggi ammonta a circa 28 milioni e mezzo di euro. Per quanto riguarda i lavoratori di Maristella la situazione è ancora peggiore, perché non hanno preso nulla e ogni semestre la situazione del fallimento si aggrava, l’attivo si riduce, e qualsiasi istanza abbiamo fatto, come creditori, per chiedere per quale motivo questa situazione si riduca costantemente, è stata disattesa. Né il giudice né il curatore né il comitato dei creditori ci hanno mai risposto: allora, noi vorremmo chiarezza su questi punti, che sono importanti. Come mai l’attivo di Maristella non viene ripartito?”.
Said El Khoury, cardiologo nell’ex clinica Villa Pini, aggiunge:
“Nel dicembre del 2016 abbiamo avuto una prima ripartizione del 28,14%, poi tutto si è fermato. L’ultimo rendiconto che abbiamo risale al 30 giugno 2017: siccome è stata vinta una causa contro la Asl di Chieti, che ammonta a 18 milioni e 800 mila euro, sommati alla rimanenza danno un attivo che attualmente è di quasi 29 milioni di euro. Sappiamo che non può liquidare tutto in una volta, ma aspettiamo almeno una seconda ripartizione: però siccome non vediamo nessuna iniziativa, e dalla prima ripartizione sono passati 18 mesi, ora chiediamo che il curatore e il tribunale si diano una mossa per autorizzare un secondo riparto”.