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Chiodi svela gli sms con i quali Di Dalmazio gli ha offerto il suo posto in lista. E attacca Forza Italia

Chiodi svela gli sms con i quali Di Dalmazio gli ha offerto il suo posto in lista. E attacca Forza Italia

TERAMO, 30 gennaio – Gianni Chiodi svela tutti i retroscena sulla sua candidatura alla Camera con la lista di Noi con l’Italia, lancia un duro affondo contro Forza Italia, ormai il suo ex partito, dal quale si è sentito tradito, e rivolge parole cariche di affetto e gratitudine all’amico Mauro Di Dalmazio, che ha scelto di fargli spazio in lista.

Nel post pubblicato sulla sua pagina Facebook, Chiodi si scaglia innanzitutto contro Forza Italia:

“Non ha ritenuto di darmi l’opportunità di rappresentare in parlamento i territori ai quali ho dedicato oltre 10 anni della mia vita, affrontando disastri naturali, una crisi economica devastante, problemi grandi e piccoli. Sarebbe stata una scelta legittima se avesse ritenuto di candidare al mio posto uomini e donne del territorio, in posizione che consentisse almeno una probabilità di elezione. Cosi non è stato !”

Il riferimento, evidentemente, è al candidato catapultato da Roma, Antonio Martino.

Chiodi prosegue:

“Si stava concludendo così un lungo percorso politico-istituzionale nel corso del quale ho avuto il privilegio e l’onore di essere dapprima sindaco, poi presidente della Regione alle prese con la più grave vicenda umana che la comunità abruzzese ricordi: il sisma aquilano del 2009”.

Il predecessore di D’Alfonso poi svela come è arrivata la svolta, avvenuta nel cuore della notte e frutto della generosità di un fedele amico, tanto nella vita politica quanto nella sfera personale:

“Alle 4,37 della scorsa notte sono stato svegliato da un sms di Mauro Di Dalmazio che voglio trascrivere”.

Questo il testo del messaggio:

“Gianni so che è una follia, ma ha la sua logica. Sono appena stato designato come capolista di NOI PER L’ITALIA per il collegio Camera di L’Aquila- Teramo. E’ una grande opportunità per i nostri territori, rispetto ai quali c’è stata assoluta disattenzione nella scelta dei candidati da parte di Forza Italia. Non me ne frega un ciufolo se perdo io questa opportunità, ma è giusto che sia tu ad averla’

Chiodi afferma di avere indugiato, di non avere risposto e allora ecco un nuovo sms di Di Dalmazio:

“Non pensarci troppo perchè è la cosa più giusta. Non pensarci troppo e getta il cuore oltre l’ostacolo”.

L’ex presidente della Regione confessa:

“Inutile dirlo, ma ero commosso per una così forte dimostrazione di disinteresse personale, oltrechè – naturalmente – di amicizia, però ero restio; frastornato per la situazione che si era creata con le scelte di Forza Italia che avevano umiliato le comunità teramana ed aquilana e, dall’altro, per la constatazione di quanto possa ancora esistere in politica l’impegno disinteressato”.

Di Dalmazio – stando al racconto di Chiodi – fa comunque il nome dell’amico a Roma:

“Conoscendomi, Mauro ha preso l’iniziativa di comunicare ai responsabili nazionali il mio nome che ha subito ricevuto una forte condivisione. A questo punto non restava che riflettere, isolandomi da tutto e da tutti, su quale fosse la decisione da prendere, e ho gettato il cuore oltre l’ostacolo. Quindi io ci sarò!”

Chiodi è già con la testa alla campagna elettorale:

“Sarà una competizione elettorale difficile, il cui esito non è comodamente scontato, ma dipenderà solo dagli elettori, ed in particolare da quelli di Teramo e L’Aquila, i quali, se lo vorranno, mi indicheranno come loro rappresentante nel parlamento nazionale, per tutelare le nostre comunità e i nostri territori, tanto fragili – specie in questo momento – quanto meravigliosi e dei quali sono da sempre, permettetemi l’enfasi, innamorato. Ed è per questo, con i miei difetti – e forse con qualche pregio – che IO CI SARO’”.

Tre parole, scritte in maiuscolo, con le quali Chiodi sembra ricordare di averla spuntata innanzitutto a se stesso, dopo la delusione per l’esclusione dalle liste di Forza Italia patita negli ultimi giorni. Tre parole che Chiodi sembra urlare, con tutta la sua rabbia e il suo senso di rivincita, in faccia e nelle orecchie di Pagano, il principale artefice della composizione delle liste in Abruzzo.

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