Condannato per maltrattamenti continua a perseguitare la moglie: a processo per stalking
TERAMO, 22 marzo – Nonostante avesse già alle spalle una condanna per maltrattamenti nei confronti della moglie e fosse già imputato per stalking nei confronti della donna in due diversi procedimenti poi riuniti (e relativi ad un periodo fino al 2015) avrebbe continuato a perseguitare la donna con continui sms e messaggi in segreteria in cui la insultava e la minacciava, gettandola in uno stato di prostrazione in quanto spaventata per la sua incolumità e quella dei propri familiari. Accuse che sono costate ad un 60enne teramano un nuovo processo per stalking davanti al giudice Franco Tetto.
Processo nel quale questa mattina è salita sul banco degli imputati la moglie dell’uomo, che ha confermato i fatti contestati al coniuge.
Secondo le accuse quel matrimoni nel corso degli anni si era trasformato in un vero e proprio incubo, tanto che persino dopo la condanna per maltrattamenti, quando ormai non vivevano più insieme, avrebbe continuato a perseguitarla tanto da costringerla a non non uscire di casa. se non per andare al lavoro, per paura di incontrarlo e di essere seguita. Ma non solo. Perché la donna, per evitare ogni possibile incontro con l’uomo, sarebbe stata costretta ad andare fuori città anche semplicemente per fare degli acquisti, o a percorrere in tutta fretta e con il blocco alle portiere dell’auto il tragitto casa – lavoro.
Sotto accusa decine e decine di messaggi minatori che dal 2015 al 2017 l’uomo avrebbe inviato alla moglie, messaggi in cui le annunciava di aver pronta una maledizione fatta preparare appositamente per lei da una fattucchiera o nei quali le augurava incidenti e mali incurabili.
“Se non cambi per il 2017 ti auguro un frontale con susseguente carrozzina fino alla more, da ottenere con un lento, devastante tumore” le aveva scritto in un messaggio inviato il 31 dicembre del 2017, mentre in un altro, poco tempo dopo, le aveva scritto “Se avessi un revolver da sei colpi li avrei tutti impegnati e tu sai per chi”.
Insulti e minacce che l’uomo rivolgeva anche ai parenti della donna:
“La morte è poco per comportamenti come i tuoi…ti dovrei passare sopra 70mila volte con un camion e non basterebbe a te e a quei deficienti di mamet e fratet”, continuava l’uomo in un altro sms, mentre in un successivo messaggio minacciava di morte il fratello e la mamma della donna scrivendole frasi inquietanti.
“Con tutto quello che hai fatto, spinta da quei due idioti di mamma e fratello, oggettivamente gentaccia…adesso l’unica soluzione è la morte di entrambi, puoi ben capirlo” insisteva l’uomo.
Sms ai quali sia aggiungevano, a volte, anche messaggi lasciati sulla segretaria telefonica, come a settembre del 2017 quando nell’arco di una giornata le aveva lasciato ben 18 messaggi vocali: “comunque ti accoltello mille volte, pezzo di…tutto pronto, ti decapito….”, la minacciava in uno dei tanti.
Violenze verbali delle quali, adesso, l’uomo deve rispondere nel processo davanti al Tribunale di Teramo.