Congressi Pd nel teramano, a Montorio si dimette tutta la segreteria
MONTORIO, 22 ottobre – In uno dei momenti più difficili per il Pd teramano, alle prese nei diversi comuni con cacciate e defezioni, i congressi odierni per il rinnovo del segretario provinciale (ruolo per il quale si sfidano l’attuale segretario Gabriele Minosse, sostenuto dal capogruppo regionale del partito Sandro Mariani e dall’onorevole Tommaso Ginoble, ed Elvezio Zunica, sostenuto invece dall’assessore regionale Dino Pepe dal consigliere regionale Luciano Monticelli) e dei segretari di circolo nelle varie località della provincia, fanno scoppiare l’ennesimo caso. Teatro dell’ultimo strappo il comune di Montorio, dove il segretario Vincenzo Macedone, insieme ai membri della segreteria ed alcuni esponenti del locale direttivo, si sono dimessi contestando duramente le modalità di voto.
“La misura era già colma 8 mesi fa (60 tessere false denunciate in Procura), ma adesso si è superato ogni limite possibile, di immoralità, di illegalità, di mancanza di rispetto sia delle persone che delle regole e dello statuto di un partito che si definisce, nel suo stesso nome, ‘democratico’ – scrive Macedone in una nota – Quindi lascio questo scempio a chi lo ha deliberatamente provocato, a chi per quasi un anno, in barba alle regole e anche alle leggi, ha fatto forzature inaudite, con la complicità di mandanti che sono annidati sia negli organismi provinciali (in primis nella figura dello stesso segretario Minosse, fantoccio di Mariani) sia negli organismi regionali (segreteria in primis)”.
Macedone contesta duramente anche il segretario regionale Marco Rapino, accusato di essere rimasto sempre silenzio e di essere stato accondiscendente “nel soddisfare ogni ‘capriccio’ dei cosiddetti ‘big’ di questo partito provinciale, ormai allo sfascio più completo“.
Sotto accusa, in particolare, l’anagrafe certificato, utile al voto del congresso odierno.
“Inseriti in anagrafe: 4 amministratori facenti parte del gruppo consiliare Si Può Fare avverso al Pd, tesserati residenti in altri comuni, 21 tesserati che non avevano pagato la tessera a febbraio, ma che adesso, non si sa come, alla vigilia del voto congressuale, risultano paganti – continua ancora la nota – E’ evidente anche ad un bambino che hanno commesso abomini e illeciti, solo per avere qualche voto in più, nella logica, già denunciata da altri ex tesserati, che il circolo, e il partito è ormai solo un contenitore vuoto che serve per logiche di spartizioni più alte e di candidature”.
Macedone denuncia anche un suo graduale isolamento all’interno del partito.
“Abbiamo costruito un gruppo dirigente nuovo, di gente pulita, capace e appassionata. Abbiamo avuto dai nostri elettori un mandato chiaro ?Fare l’opposizione a questa maggioranza” – incalza ancora – il Partito Democratico si ritrova oggi ad avere 4 consiglieri di ‘Si Può Fare’ iscritti al Pd. Questo contro lo statuto e contro qualsiasi morale politica. Non è bastato. Hanno visto in noi quello che Loro non sono e quindi un nemico da abbattere. Negli ultimi 8 mesi ho subito, da segretario di circolo, le peggiori barbarie, attacchi personali, minacce, il non rispetto di nessuna regola del partito, commissariamenti farlocchi, e provvedimenti senza motivazioni valide, senza nessun documento ufficiale, senza nessun ‘alto dirigente’ che firmasse qualche carta”.
Da qui la decisione di lasciare:
“Vado via dal Pd, ma non dall’impegno politico locale, provinciale, regionale e nazionale – conclude – Con me oggi lasciano i due consiglieri comunali di opposizione (Formicone e Di Donatantonio, che è anche membro della segreteria regionale), i 5 membri della segreteria, i 12 dirigenti del locale direttivo uscente, i 3 dirigenti provinciali uscenti, e molti tesserati che non vogliono avere nulla a che fare con queste porcate. Il futuro ci riserverà molte sorprese. Hanno creato l’ennesimo strappo con la sinistra del Pd, in un comune da sempre di sinistra e se ne assumeranno la responsabilità, davanti agli elettori e ai cittadini”.