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Contenimento cinghiali, la replica delle Guardie Ambientali a Federcaccia

Contenimento cinghiali, la replica delle Guardie Ambientali a Federcaccia

TERAMO, 28 luglio – Dopo l’attacco frontale da parte del presidente regionale di Federcaccia Ermano Morelli la replica delle Gadit, le guardie ambientali, non si è fatta attendere. Risposta che prende la forma di una nota a firma del presidente Gaetano Ercole per il quale “sorprende che il presidente di un’importantissima aqssociazione venatoria da una parte, con propri proclami, invochi il rispetto delle regole e poi, dall’altra, con aspri articoli pubblicati sui quotidiani, contesti la programmazione che  per ovvie ragioni- tiene conto di tutti gli aspetti (normativi, ecologici, economici, risarcitori ecc.), che derivano dalla gestione della caccia scarsamente efficace del cinghiale, e le decisioni di un Organo giudicante che collima con una posizione assunta da tempo dalle istituzioni preposte e da altre associazioni”.

Il presidente delle Gadit parla di toni irriverenti ed offese da parte di Morelli, ironizzando sull’animo ambientalista  mostrato dal presidente regionale di Federcaccia nella nota con cui attaccava l’operato delle stesse guardie ambientali:

“Sorprendente, molto sorprendente, appare l’animo ambientalista che il Presidente sventola per l’occasione e gli appelli che rivolge in tal senso. Trascura, però, le ragioni che hanno portato allo stato attuale delle cose ed alla predisposizione ed all’attuazione del contestato piano di contenimento dei cinghiali, a partire dall’introduzione in Italia nell’immediato secondo dopoguerra, per soli fini venatori, del cinghiale centro-europeo, una specie estranea alla fauna italica e al mancato effettivo ed efficace controllo della specie, che ingenti danni ha provocato e continua a provocare alle colture agricole e non solo”.

L’esponente delle Guardie ambientali ricorda poi come  il piano di controllo, predisposto con le attuali procedure e sulla scorta delle sempre crescenti esperienze e disponibilità di dati, abbia ricevuto l’approvazione delle autorità e degli istituti competenti, parlando di uno spirito animalista di facciata e pura convenienza:

“Dimentica anche che in precedenza sono state attuate azioni per il controllo della volpe. In quella circostanza quale posizione è stata tenuta dai vertici degli Atc e da quelli della Federcaccia in nome di quell’animalismo tanto dichiarato? A memoria non ci sembra di ricordare una presa di posizione avversa come in questo caso, ma se la Federcaccia, gli Atc e i loro vertici hanno assunto iniziative contrarie e lo dimostrano, faremo pubblica ammenda. In caso contrario, è spontaneo pensare che si tratti di uno spirito animalista di facciata, di pura convenienza; e allora si andrebbe alla ricerca delle ragioni di tale spirito che emergerebbero con una semplicità disarmante: con l’introduzione del cinghiale medio europeo, infatti, è stato aperto il più redditizio allevamento di cinghiale in cui gli oneri di allevamento ricadono quasi esclusivamente sulle spalle degli agricoltori, che poco possono di fronte ad una tale invasione, mentre i benefici dell’impresa sono solo per i cacciatori e, peggio ancora, per i bracconieri, che da tale situazione traggono il massimo profitto con il minimo investimento”.

Sugli attacchi personali alle Gadit il presidente, dopo aver ricordato come queste ultime abbiano come scopo statutario proprio quello della difesa dell’ambiente  degli animali e della fauna selvatica, nonché la tutela delle biodiversità, e come quindi la materia venatoria e l’annessa vigilanza  rientrino pienamente nel loro operato, smentisce di essere mai stato cacciato da alcuna associazione o di aver richiesto ed avuto la licenza di caccia:

“Né il sottoscritto e neppure  Ezio Ercole sono stati mai, e sottolineo mai cacciati da alcuna associazione. Il sottoscritto non è mai stato tesserato Federcaccia, e non vorrei ulteriormente rattristire  il Presidente Morelli portandolo a conoscenza del fatto che ahimè non sono mai stato cacciatore ne tantomeno sono possessore di licenza di caccia! Forse questo gli è sfuggito! Circa la mia tessera con Arcicaccia, Enalcaccia ed Italcaccacia, con cui sono rimasto in buoni rapporti personali con i rispettivi presidenti, oltre ripeto a non essere stato mai cacciato da nessuna di queste associazioni, ricordo al Presidente Morelli che la legge sulla caccia 157/92 art. 1 c. b dispone che la vigilanza venatoria è affidata ‘alle guardie volontarie delle associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientale nazionali”, quindi bisogna far parte di un’associazione venatoria o ambientalista per fare vigilanza. Morelli forse dimentica anche il fatto che in quegli anni la Gadit non esisteva, e se non ricordo male, non vi erano altre associazioni ambientaliste che avessero guardia caccia”.

 

 

 

 

 

Castellalto lì 28 luglio ‘17                                                                               IL Presidente G.A.DIT

F.to ERCOLE Gaetano

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