Coronavirus Abruzzo, la Psichiatria di pescara struttura Covid 19
PESCARA, 5 aprile – Il reparto di Psichiatria dell’ospedale di Pescara diventa struttura Covid-19 regionale, per accogliere tutti i pazienti psichiatrici abruzzesi contagiati dal coronavirus. Quattro, al momento, i casi di positività accertati in Abruzzo.
“La gestione di casi di Covid-19 in pazienti con acuzie psichiatrica è molto complessa e proprio per questo ci siamo organizzati per dare la migliore risposta possibile”: afferma il direttore dell’Unita operativa complessa Centro di salute mentale della Asl di Pescara, Sabatino Trotta.
E aggiunge:
“La mia preoccupazione forte, ora, è quella legata alla possibile necessità di individuare una struttura protetta, tipo comunità terapeutica, dedicata a pazienti Covid che, per quadro clinico, non hanno bisogno del ricovero in ospedale. Casi di Covid in pazienti con acuzie psichiatrica prima o poi dovevano capitare – osserva il direttore – ed era altrettanto evidente che sarebbe successo a Pescara, dove si registrano numeri più elevati. I reparti di Psichiatria sono così specifici che non è possibile dividerli in aree Covid e aree non Covid, quindi si è convenuto di dedicare un reparto a livello regionale e di lasciare ‘puliti’ gli altri”. Le altre psichiatrie potranno così occuparsi esclusivamente dell’attività ordinaria, accogliendo anche i pazienti pescaresi”.
Nel reparto del capoluogo adriatico sono ricoverate quattro persone non affette da Covid-19: in queste ore si sta organizzando il loro trasferimento.
Due le case famiglia della Asl di Pescara, una nel capoluogo adriatico e l’altra a Penne . Luigia Dolce, coordinatore della cooperativa La Rondine, che gestisce le case famiglia e i centri diurni di riabilitazione psichiatrica dell’azienda sanitaria, sottolinea che
“le abbiamo mantenute aperte, garantendo i Dispositivi di protezione individuale (Dpi) a tutto il personale. Stiamo tutelando in ogni modo i pazienti, non facendoli uscire, garantendo loro la spesa a domicilio – aggiunge – Grande attenzione, ovviamente, al personale, soprattutto a Penne, dopo che la cittadina è stata inserita in zona rossa. Misuriamo la temperatura corporea agli operatori all’inizio e alla fine di ogni turno e ci assicuriamo che non abbiano avuto contatti conclamati con soggetti Covid-19. I pazienti stanno tutti bene. Oltre ai servizi tipici, ci stiamo concentrando anche sugli aspetti psicologici in questo momento di emergenza”.
Per quanto riguarda i centri diurni – ce ne sono tre, uno a Pescara, uno a Penne e uno a Tocco da Casauria (Pescara) – dopo la chiusura imposta dal decreto del premier Conte, prosegue Dolce,
“abbiamo attivato il monitoraggio telefonico con visite a domicilio in caso di necessità. Abbiamo promosso, tra l’altro, un monitoraggio con videoconferenze di gruppo, anche per portare avanti le attività riabilitative che già erano in corso. C’è anche un operatore che prepara dei tutorial per consentire ai pazienti di continuare con la riabilitazione motoria. Per i farmaci – conclude la coordinatrice della cooperativa – siamo noi a fare da tramite con il Csm e a consegnarli a domicilio ai pazienti, riuscendo così ad evitare che escano di casa”.