Coronavirus in Abruzzo, la task force della Regione: “Non c’è un focolaio, è una metastasi lombarda”
PESCARA, 27 febbraio – “Una metastasi lombarda che si va aprendo anche in Abruzzo e che, comunque, ci tengo a sottolineare, sembra rimanere tale. Sono i giorni più importanti: dall’esodo dello scorso fine settimana di parecchie persone che hanno lasciato l’area rossa e si sono avvicinate al nostro territorio, adesso stiamo arrivando alla fine di massima criticità nell’incubazione”. Ad intervenire sul caso del 50enne della bassa Brianza in vacanza a Roseto con la famiglia e risultato positivo al Coronavirus è il dirigente dell’unità operativa complessa di malattie infettive di Pescara, Giustino Parruti, della task force della Regione Abruzzo. A margine del vertice che si è tenuto oggi in Regione e al quale hanno partecipato l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, i dirigenti e i tecnici degli uffici regionali preposti e i rappresentanti della Asl Parruti ha fatto il punto sul caso registrato a Roseto, sottolineando che l’attuale situazione “non ci pone il drammatico pensiero di un focolaio locale”. Parruti, parlando con i cronisti, ha spiegato che “sembra si tratti ancora una volta una delle tante persone che in questo periodo stiamo sottoponendo a screening e che avevano avuto contatti con l’area rossa lombarda”, aggiungendo che, rispetto all’esodo del fine settimana, “questi giorni ci chiariranno qual è l’entità ed è per questo che oggi siamo tutti riuniti per essere pronti a recepire eventuali ulteriori pazienti da assistere”.
Parruti ha poi aggiunto: “Da quello che ci risulta il paziente è in ottime condizioni per il momento. Accertamenti sono in corso anche sui familiari”. La moglie e i due figli dell’uomo, in particolare, sono al momento sotto sorveglianza e non presentano sintomi. “Ovviamente nel corso della giornata verrà perfezionata” tutta l’attività di monitoraggio e accertamento, ha evidenziato Parruti, che ha poi spiegato come sia “stata avviata una fase di osservazione e screening di tutti i contatti, il cosiddetto tracciamento dei contatti. In massima sicurezza e in coordinamento con la Asl di provenienza del paziente saranno rintracciati tutti quanti i contatti attuali e pregressi. Una volta rintracciati devono essere posti sotto sorveglianza ed eventualmente valutati quando sviluppino dei sintomi clinici”.