Coronavirus, paura in Abruzzo: allarme per 2 cinesi e mascherine introvabili. Esperti: “Non c’è emergenza”
PESCARA, 31 gennaio – Paura anche in Abruzzo per il Coronavirus. Due cittadini cinesi, che erano stati in Cina per il Capodanno, si sono presentati all’ospedale di Sant’Omero con i sintomi di un’influenza. Si è subito attivato il protocollo sanitario previsto per l’epidemia: il pronto soccorso è stato provvisoriamente “isolato”, in attesa che i due venissero trasferiti nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Teramo, dove sono attualmente ricoverati per la sorveglianza sanitaria. I loro sintomi, si attende, sono lievi, ma si attendono comunque i risultati degli esami. Intanto, i cittadini prendono d’assalto le farmacie, con il risultato che a Pescara, come in molte altre località, le mascherine sono ormai introvabili. Gli esperti locali, in ogni caso, tranquillizzano, sottolineando che “la situazione è assolutamente sotto controllo e non c’è un’emergenza”.
“Le mascherine sono finite rapidissimamente, i depositi non ne hanno più e in questo momento è impossibile trovarne”, afferma il presidente di Federfarma Pescara, Fabrizio Zenobii, precisando che “le mascherine che si indossano normalmente servono per proteggere gli altri e non chi le indossa”. Quelle che si usano per tutelare il soggetto che le indossa, infatti, sono modelli particolari, il cui reperimento è più difficile.
Intanto al centralino dell’ospedale di Pescara sono arrivate una trentina di telefonate da parte di persone con sintomi influenzali, preoccupate per il fatto che potesse trattarsi del virus cinese. Alcune si sono anche presentate direttamente in ospedale e sono state tranquillizzate dal personale sanitario.
“La situazione è davvero sotto controllo – afferma il direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive dell’ospedale di Pescara, Giustino Parruti – Ci siamo mossi con tale anticipo per cui al momento non c’è nulla di cui preoccuparsi, non c’è nessuna emergenza. In questo momento, tra l’altro, l’Abruzzo registra la maggiore incidenza in Italia per quanto riguarda l’influenza stagionale, per cui siamo nella fase di picco massimo”.
L’esperto ricorda che i sintomi del Coronavirus comprendono, tra l’altro, una “sindrome respiratoria acuta e severa, da valutare in base al criterio epidemiologico, associato al fattore tempo”. Vale a dire che i soli sintomi non sono sufficienti a parlare di caso sospetto, ma sono fondamentali le circostanze, come la provenienza da uno dei luoghi a rischio o il contatto con persone che hanno contratto il virus, in un determinato periodo di tempo.