Coronavirus, Valfino in allarme. Di Bonaventura: “I sindaci chiedono l’interdizione totale dei territori”
TERAMO, 12 marzo – In una nota ufficiale inviata quest’oggi al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura ha rilanciato l’appello dei sindaci del Fino, preoccupati per l’alto numero di contagi rispetto alla popolazione. “Nel ringraziarti per il tuo impegno in prima linea nel richiedere e ottenere dal Governo misure più restrittive di contenimento del contagio – ha scritto Di Bonaventura nella nota inviata a Marsilio – ti chiedo di fare tutto quanto in tuo potere per la massima protezione dei nostri territori raccogliendo il grido d’allarme lanciato dai sindaci della Vallata del Fino”.
I primi cittadini di Montefino, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti, Arsita e Bisenti, hanno infatti evidenziato l’alto numero di contagi registrati nell’area rispetto alla popolazione: 3 di casi di positività al Covid-19 su una popolazione di meno di 4mila abitanti. Un numero che non sarebbe “spiegabile con contatti esterni”. Per questo, come ha sottolineato Di Bonaventura nella nota, vengono invocate “misure forti di contenimento, attraverso l’interdizione totale, in entrata ed uscita, dei rispettivi territori. Da considerare anche l’alto numero di attività produttive (che da ultimo Dpcm restano aperte) che insistono nella vallata e che vedono l’impiego di 150 maestranze nel Comune di Montefino, 170 in quello di Castiglione, con contatti accertati con le persone contagiate, e quasi 400 maestranze in quello di Castilenti. Stiamo parlando di oltre 700 persone, caro presidente, che ad oggi stanno ancora lavorando negli stabilimenti con tutti i rischi che questo comporta: uno scenario di rischio epidemiologico che avrebbe un impatto devastante sul nostro sistema sanitario provinciale e regionale, che richiede l’attuazione di misure di contenimento immediate ed urgenti, con il blocco totale delle attività produttive nell’area della vallata e di ogni forma di mobilità in entrata e in uscita.”
Di Bonaventura, dunque, ha chiesto a Marsilio di farsi portavoce “presso il Governo nazionale e la Protezione Civile” di quella che viene definita come un’emergenza nell’emergenza e di considerare la richiesta di un supporto delle forze dell’esercito, “quantomeno necessario per le operazioni di presidio e controllo dei punti sensibili del territorio, come le carceri, in modo da aiutare l’encomiabile e direi sovrumano lavoro che stanno svolgendo in questi giorni le Prefetture e le Questure con le loro donne e uomini”.