Covid, Marsilio: “Dai ministri risibile intimidazione”. E sul Natale: “Abruzzo in area gialla? Non mi sbilancio”
L’AQUILA, 7 dicembre – “Ho ricevuto intorno a ora di pranzo la lettera di diffida firmata dai ministri Boccia e Speranza: io non voglio drammatizzare il conflitto con il governo ma francamente considero eccessivo se non risibile il tono intimidatorio e la minaccia di responsabilità penale rispetto ai contagi che deriverebbero da questo evento”. Così il il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, intervenendo in merito alla diffida spedita dal Governo dopo l’ordinanza regionale di ieri che sancisce il passaggio dell’Abruzzo in zona arancione.
“I nostri legali stanno valutando il tono e i contenuti della diffida – prosegue Marsilio in conferenza stampa – Io non condivido questa posizione del ministro. Non condivido neanche questa lettura della norma e soprattutto ho il dovere di far prevalere le ragioni dell’Abruzzo. Sin dal 2 dicembre ho scritto al ministro Speranza chiedendogli in sostanza l’opportunità di utilizzare una facoltà di deroga che gli concede la legge”.
Secondo Marsilio “ci siamo ritrovati con la cabina di regia che riconosce nella sua relazione in maniera positiva il fatto che l’Abruzzo abbia adottato misure anticipate, con risultati importanti, ma il ministro non ne ha preso assolutamente atto. Solo oggi con questa diffida e ieri tramite agenzie di stampa ci dicono ‘però potete uscire il 9 e diventare arancione’. Ora che faccio un’ordinanza con passaggio graduale alla zona arancione, si scatena la diffida e c’è la disponibilità del Governo”.
“Se io avessi atteso che la cabina di regia si fosse riunita venerdì 20 novembre – spiega il governatore – poi il sabato ci sarebbe stata l’ordinanza, che sarebbe entrata in vigore dal lunedì. Insomma, noi saremmo entrati in zona rossa otto giorni dopo che il Gruppo Tecnico Scientifico ci aveva lanciato l’allarme. Abbiamo guadagnato molti giorni, nei quali avremmo accumulato centinaia e centinaia di casi in più, che sarebbero stati molto più lunghi da smaltire. Adottando la nostra ordinanza il 16 con decorrenza 18, già nel report della settimana successiva, cioè dal 27, eravamo arancioni. Significa che quei giorni in cui ci siamo fermati per tempo hanno avuto un effetto importante”, puntualizza Marsilio.
“Per questo dico al Governo, serenamente, senza polemica – aggiunge – di rivalutare questa situazione: non c’è bisogno di aspettare tutti e 21 i giorni che qualcuno ha deciso che servono assolutamente, creando fibrillazioni e tensioni inopportune”.
Secondo il governatore, quelli in questione “sono due giorni decisivi per la vita economica del paese. Se fossero stati due giorni qualsiasi – afferma – non staremmo neanche a discuterne. Sono cinque o sei giorni che discuto con il ministro anche in vista di questa scadenza. Abbiamo dimostrato capacità di autonomia di assunzione di responsabilità. Se avessi voluto fare propaganda mi mettevo a fare i comizi in piazza, come fatto da compagni di partito o di governo dei ministri Speranza e Boccia. Potevo fare finta di niente, aspettare il report, farmi schiaffare in zona rossa e protestare, come hanno fatto colleghi di sinistra, per poi prendersela col Governo ladro. Invece ho subito inserito l’Abruzzo in zona rossa e questa accusa di non aver saputo fare i conti è tra lo schizofrenico e il paranoico”.
“Mi sembra eccessivo dover scontare la pena senza pietà”, osserva ancora il presidente, che aggiunge: “Con il ministro ne ho parlato sempre, in maniera molto franca, da una parte e dall’altra. Sapeva che c’era da parte mia questa richiesta e questa pressione per riallineare posizione dell’Abruzzo alle altre regioni con i quali condivide gli stessi valori. A me non è che fa vergogna stare in zona rossa o essere l’unico, questo è il teatrino della politica. Quando ci rendiamo conto che la nostra regione sta esattamente nella media nazionale, i dati non li può smentire nessuno. Quindi pensiamo che la cura sia durata a sufficienza. Abbiamo chiesto al ministro di considerarlo, ma ci ha dato mezze risposte. Qualcuno chieda al ministro speranza il perché di questo rigore invalicabile, in presenza di questi dati e alla vigilia di una data importante come l’Immacolata”.
Poi il tema della fascia di rischio in cui l’Abruzzo si troverà per Natale. “Non mi sbilancio sulla data del passaggio alla zona gialla”, dice, rispondendo ai giornalisti. Anche in quel caso, infatti, oltre al requisito di 14 giorni di dati compatibili con l’area gialla, c’è da capire da quale data far partire il conteggio, cioè se da oggi, giorno in cui per effetto dell’ordinanza regionale l’Abruzzo diventa arancione, o dal momento in cui il ministero confermerà il passaggio alla zona arancione.
Soffermandosi sui tempi delle variazioni di colore e sulle critiche relative al meccanismo, Marsilio ha aggiunto che “rischiavamo di rientrare in zona gialla dopo Capodanno se avessi ascoltato certi soggetti. Lo conosco talmente bene il meccanismo – ha detto – che ho anticipato. Conosciamo i numeri, li sappiamo leggere e siamo in grado sui parametri principali di capire qual è la situazione”.