Crac De Nicola, passa al tribunale teatino la parte del procedimento che riguarda ex vertici Carichieti
PESCARA, 4 aprile 2017 – Passa a Chieti la parte del procedimento sul crac De Nicola che chiama in causa alcuni ex vertici della ex Carichieti per concorso esterno in bancarotta fraudolenta.
Questa mattina il gup del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, ha trasferito al tribunale teatino, per competenza territoriale, la vicenda giudiziaria indicata al capo d’imputazione M, per il quale sono finiti sotto la lente dell’accusa l’ex direttore generale della ex Carichieti Francesco Di Tizio, l’ex capo area della filiale Carichieti di Pescara 6, Luigi De Vitis, i periti Carlo Rabottini e Franco De Donatis, e altre due persone.
A Pescara resta dunque soltanto il filone principale dell’inchiesta, che coinvolge complessivamente 23 persone, a partire proprio da Carmine De Nicola, imprenditore attivo nel settore delle scuole private e delle case di cura, dal suo braccio Antonio Di Ianni e da diversi professionisti abruzzesi tra i quali i commercialisti Andrea Di Prinzio e Guerino Testa. Su questo fronte il gup ha disposto il conferimento dell’incarico al perito per la trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche.
Il procuratore capo Cristina Tedeschini e il pm Anna Rita Mantini hanno delineato un quadro accusatorio che muove da una serie di presunti fallimenti pilotati contestati a De Nicola: la vicenda ruota attorno all’Opera scolastica L’Ausiliatrice, società con sede a Francavilla, che ha acquisito la Sicof, destinataria nel 2007 di un mutuo da oltre 14 milioni di euro ancora scoperto. Seconda l’accusa i fondi ottenuti attraverso un mutuo “facile”, accordato dalla ex Carichieti, sarebbero stati distratti per finanziare altre attività di De Nicola, attraverso una filiera che avrebbe alla base alcune cooperative ritenute “fittizie”, allo scopo di evadere il fisco e per poi “condurre dolosamente a stato d’insolvenza”.
A giudizio dell’accusa, Di Tizio, De Vitis e i due periti Carlo Rabottini e Franco De Donatis non avrebbero dovuto concedere quel fido milionario all’imprenditore, poiché non c’erano i termini economici per farlo, ma la palla adesso passerà al tribunale di Chieti. Sul versante pescarese del procedimento, invece, dopo che la Corte d’Appello dell’Aquila ha revocato il fallimento della società Opera scolastica L’Ausiliatrice e dopo che la stessa società è stata ammessa al concordato preventivo, non essendoci di fatto più il fallimento, il pm Mantini si è riservato di modificare il capo di imputazione.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 18 aprile per il conferimento al perito dell’incarico relativo alla trascrizione delle intercettazioni telefoniche.