Crisi, il Cresa: “In Abruzzo prosegue la ripresa”. La Cisl: “Le famiglie non la avvertono”
PESCARA, 19 dicembre – Nel terzo trimestre del 2016 è proseguita, seppur a ritmi più contenuti, la fase di ripresa dell’industria manifatturiera abruzzese. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale sulle imprese condotta dal Cresa. Analizzando i dati, la produzione si attesta al +2,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, il fatturato al +5,5%, l’export al +8,4% e l’occupazione al +1,4%. Sul totale dei primi nove mesi dell’anno, se a trainare il sistema sono le grandi aziende, segnali positivi, dopo anni neri, arrivano dalle imprese di dimensioni minori. Segnali positivi che per la Cisl non sono avvertiti dalle famiglie, con gli abruzzesi che continuerebbero a contrarre i consumi.
L’incremento dell’attività produttiva, rileva l’indagine, è dovuto soprattutto a dinamiche positive del settore dei mezzi di trasporto, del comparto alimentare e, in parte minore, del tessile-abbigliamento. Contrazioni marcate nell’elettronica e nella lavorazione dei minerali non metalliferi. Gli ordinativi, nel complesso, hanno mostrato un’espansione sia nella componente estera sia in quella interna. A ciò si è accompagnato un aumento delle vendite e della produzione che, in analogia con i periodi precedenti, è stato più pronunciato per le imprese di maggiore dimensione (+5,5%).
Se si considerano i primi nove mesi dell’anno la produzione industriale risulta aumentata in aggregato del 5,2% rispetto al periodo corrispondente. Sono state le imprese con più di 250 addetti a trainare il sistema produttivo regionale (+9,3% rispetto ai primi tre trimestri del 2015), ma è il rafforzamento della positiva dinamica delle imprese di minori dimensioni a richiamare le maggiori attenzioni. Gli ordini dall’estero rivolti alle piccole imprese sono cresciuti dell’11%, accompagnati da un aumento delle vendite e della produzione (+4,3% e +5,9% rispettivamente).
“Se tali tendenze verranno confermate anche nella fase finale dell’anno – afferma il Cresa – il 2016 potrebbe concludersi per le piccole imprese con un risultato complessivo superiore a quello dell’anno precedente”.
Nel terzo trimestre 2016 l’attività produttiva delle medie imprese (50-249) ha mostrato una leggera contrazione (-0,9%) che si presenta come momento finale di un processo di progressivo rallentamento nel corso dell’anno. Dopo un secondo trimestre negativo gli ordini dall’estero sono tornati a crescere a ritmi sostenuti (+8,7%); se le attuali tendenze saranno confermate anche nel prossimo trimestre gli ordini dall’estero potrebbero chiudere l’anno corrente sostanzialmente in linea con il 2015 o, tutt’al più, in leggera decelerazione. Viceversa, la domanda interna nella media annua si rivelerà probabilmente più contenuta rispetto al 2015 e meno diffusa settorialmente.
La dinamica occupazionale resta debole – fatta eccezione per i mezzi di trasporto (+12%) – ma è significativo il suo grado di diffusione tra i settori.
“Dalle informazioni disponibili sembrerebbero emergere segnali incoraggianti rivelatori, se non di una vera e propria inversione di tendenza, almeno di un arresto della intensa tendenza declinante che perdura ormai da sette anni. Il clima d’opinione degli imprenditori è complessivamente positivo, seppur non esteso a tutti i settori. Al di là della conferma di alcune aspettative (positive per alimentare ed elettronica, negative per i mezzi di trasporto) tra gli imprenditori sembra prevalere una certa mutevolezza di giudizio – conclude il Cresa – che rende di difficile interpretazione il clima d’opinione in questa fase dell’anno”.
Per la Cisl la ripresa non è avvertita dalle famiglie, che continuano a ridurre i consumi
Se il Cresa parla di incoraggianti segnali rivelatori, la Cisl sottolinea come la ripresa, ancora debole, non sia avvertita dalle famiglie abruzzesi, che continuerebbero a contrarre i consumi.
Tanto che a fronte di un aumento di nuove imprese, soprattutto tra i giovani, e dell’aumento delle imprese artigiane,” in Abruzzo 60 mila persone sono alla ricerca di un’occupazione, praticamente raddoppiate durante il periodo di recessione, e il tasso di disoccupazione rimane sopra l’11%”. Dati ai quali si aggiungono quelli degli oltre 33 mila abruzzesi che anche nel corso del 2016 hanno fatto ricorso ad una indennità di disoccupazione (Aspi, Naspi, mobilità).
“E’ netta la caduta delle assunzioni a tempo indeterminato: sembra dunque esaurirsi la grande spinta innescata dalla riforma del mercato del lavoro – commenta Maurizio Spina -. Crescono invece le assunzioni a termine. L’Osservatorio sul precariato rivela anche una sensibile riduzione dei licenziamenti e delle cessazioni dei rapporti di lavoro, tanto che il saldo tra avviati e cessati rimane largamente positivo, anche se in un clima di rallentamento generale del mercato del lavoro”.
Una situazione in cui si registra anche “un’ inarrestabile corsa ai voucher, che comunque fanno emergere una parte del lavoro sommers, ma si prestano anche ad un uso distorto, che va inesorabilmente contrastato”. Da qui la necessità di politiche attive del mercato del lavoro e di un confronto unitario con l’assessore regionale al lavoro anche per l’introduzione dello strumento dell’assegno di ricollocazione per i lavoratori disoccupati.
“L’Abruzzo e il Molise, nonostante l’esito referendario e le dinamiche nazionale, devono seguire la strada degli impegni assunti con il MasterPlan ma in modo particolare quelli sul rilancio del lavoro e sulla ripresa dell’economia. Bisogna avviare in tempi brevi l’inizio dei progetti infrastrutturali previsti nel MasterPlan – continua Spina – Dobbiamo assolutamente avviare i bandi sui Fondi strutturali europei, in particolare per le aree di crisi non complesse: Val Pescara, Valle Peligna e Val Sinello. L’area di crisi complessa, Val Vibrata-Piceno, deve recuperare i ritardi nella predisposizione di un piano di riconversione e riqualificazione industriale dell’area. Anche in Molise è necessario sottoscrivere l’accordo di programma per l’area di crisi complessa”.