Decreto terremoto, l’Anci Abruzzo: “Mobilitazione continuerà nei prossimi mesi”
TERAMO, 25 febbraio – Un’occasione per fare il punto sulle audizioni dei sindaci teramani ed abruzzesi alla Camera e sulle richieste di modifica all’ultimo decreto terremoto avanzate dai territori e dall’Anci ma anche per ribadire l’importanza della partecipazione alla manifestazione del 2 marzo a Roma. Manifestazione che, promossa dagli amministratori teramani, vedrà insieme le diverse realtà abruzzesi, la stessa Anci, e l’intero mondo economico e produttivo regionale. E’ in questa direzione che va letta la conferenza stampa odierna che ha visto attorno al tavolo il presidente di Anci Abruzzo Luciano Lapenna, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, il primo cittadino di Guardiagrele Simone Dal Pozzo e il sindaco di Crognaleto Giuseppe D’Alonzo.
“Siamo a Teramo perché è stato il territorio maggiormente colpito da questa situazione drammatica – ha esordito il presidente dell’Anci Luciano Lapenna – L’Anci aderisce alla manifestazione del 2 marzo a Roma, che rappresenterà un importante momento di mobilitazione al quale auspico la partecipazione anche delle altre realtà abruzzesi. Mi preme dire che questa mobilitazione sicuramente continuerà nei prossimi giorni e mesi, non ci fermeremo davanti alla sordità del Governo e del Parlamento anche se, diciamolo subito alcuni segnali positivi ci sono, come l’ordinanza di protezione civile che sarà pubblicata nelle prossime ore e che comincia a dettagliare i percorsi necessari, per enti locali e privati, che devono portare alle richieste di risarcimento danni”.
L’Anci, ascoltata alla Camera, ha avanzato diverse proposte, recependo le richieste arrivate dai sindaci. Proposte che vanno dall’estensione dell’area del cratere al riconoscimento dello stato d’emergenza derivante da calamità naturale, dall’istituzione di zone Zes (zone economiche speciali) alla richiesta di evitare la realizzazione di opere strategiche che “per loro stessa natura siano pericolose per le popolazioni locali”, come il gasdotto Snam Sulmona-Foligno. Richieste che adesso si sperano vengano recepite prima della conversione in legge del Decreto-
“Fa piacere – ha aggiunto Lapenna – aver ascoltato dal presidente del consiglio Gentiloni, che è prossimo un decreto legge sulla viabilità minore – ha aggiunto Lapenna – perché accanto ai danni al patrimonio edilizio e scolastico uno dei problemi più seri che viviamo adesso è proprio quello della viabilità minore”.
Accanto a Lapenna il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi che nel relazionare sulle audizioni in commissione ha ribadito la contrarietà del territorio ad un decreto che “non dà risposte e che non permettera al territorio di rialzarsi”, ricordando di aver descritto la reale situazione del teramano sia per quel che concerne i danni del black out sia per quanto riguarda la situazione post sisma e i danni del maltempo.
“La montagna si sta spopolando – ha sottolineato Brucchi – Teramo in parte accoglie i cittadini dell’area montana e in parte perde un pezzo di teramanità che si sposta lungo la costa. A Roma ho descritto quella che è la reale situazione del teramano, ben lontana da quella descritta dall’authority per quanto concerne il prolungato black out elettrico, sottolineando come vada rivista la macchina dell’emergenza. Per quanto riguarda poi il combinato di terremoto e maltempo ho cercato di descrivere il disagio che vive il territorio, li ho invitati a venire a visitare la provincia, a vedere le frane, i paesi che stanno scomparendo, i quartieri interamente transennati”.
Tra le richieste avanzate dal primo cittadino quella di introdurre i benefici economici anche per le case A, quelle agibili ma lesionate, come già avvenuto dopo il terremoto di L’Aquila.
“Noi giovedì saremo a Roma e l’Anci sarà con noi – ha aggiunto Brucchi – Si sta mobilitando un mondo. In città ci sarà una serrata, con tutti i negozi chiusi. Parteciperanno i sindacati, i commercianti, i cittadini. Io spero che a Roma abbiano capito la situazione. In ogni caso il 2 marzo rincareremo la dose”.
Accanto a Lapenna e Brucchi, questa mattina, anche il sindaco di Guardiagrele Simone Dal Pozzo, che in commissione ha parlato oltre che del problema dei ristori per il black out anche del tema degli investimenti.
“La ricostruzione dell’Authority non era assolutamente condivisibile – ha detto – perché i disservizi sono stati prolungati nel tempo. E questo sia per quanto riguarda il black out elettrico sia per quanto riguarda le linee telefoniche. Ci sono comuni dove ancora oggi ci son o problemi col telefono. Per quanto riguarda il problemi degli investimenti, a nostro avviso, la grande responsabilità dell’Enel è stata quella di non aver portato avanti campagne di investimenti sulle infrastrutture, un fatto che ha penalizzato in maniera quasi esclusiva la regione Abruzzo. C’è un’interlocuzione, speriamo che si traduca in impegni e tempi certi. E’ ora di sostituire le linee fatte con pali di legno ed infissi nel terreno, che cadono giù al primo soffio di vento, o conduttori nudi per i quali basta che la temperatura scenda di qualche grado sotto lo zero o che ci sia qualche pioggia perché salti la fornitura”.
Altro discorso quello della sicurezza delle scuole, ed in particolare della valutazione dell’indice di vulnerabilità sismica sulla quale i sindaci vorrebbero indicazioni univoche.
“Tutti i sindaci hanno ricevuto la relazione maledetta della Commissione Grandi Rischi – ha aggiunto il sindaco di Guardiagrele – Se è vero che possono esserci scosse del 6°-7° grado, bisogna intervenire prima di trovarsi ad affrontare l’emergenza. L’Anci quindici giorni durante un’audizione ha sollevato la questione della valutazione degli indici di vulnerabilità. Prima devi fare le verifiche, le devi pagare, e poi ti ritrovi con un numeretto che non sai come gestire. Al di sotto o al di sopra di quale indice bisogna prendere un provvedimento invece che un altro?”
Tra gli argomenti sollevati nella conferenza odierna anche quello della diga di Campotosto, sulla quale il primo cittadino di Crognaleto Giuseppe D’Alonzo ha chiesto all’Anci di farsi promotore di un tavolo tecnico.
“Nel tavolo con la Prefettura di l’Aquila per la prima volta abbiamo visto le carte – ha detto – e abbiamo appreso che la struttura ha un certificato del Genio civile pari a 6.2. Stanno lavorando per portarlo a 6,4, noi chiesto che arrivasse almeno a 7”.