Dipinti di Arquata del Tronto danneggiati dal sisma, a Corropoli il restauro diventa mostra
CORROPOLI, 31 ottobre – I dipinti a olio su tela “Madonna con Sindone e Angeli” e “San Carlo Borromeo”, risalenti al XVII secolo e provenienti dalla Chiesa di San Francesco di Arquata del Tronto, paese distrutto dal terremoto del centro Italia, saranno restaurati in Abruzzo. Ieri, nel corso di un convegno che si è svolto nel Parco Archeologico e Museo di Ripoli di Corropoli, è stato presentato l’avvio del restauro delle due opere alla presenza di tutti gli attori coinvolti in questo importante progetto: dagli amministratori, ai referenti delle soprintendenze, al personale che ha effettuato il recupero e la messa in sicurezza delle opere, a soggetti pubblici e privati che hanno finanziato i lavori fino ai restauratori.
Il convegno è stato organizzato da Italico Onlus, con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, del Comune di Corropoli e del Comune di Arquata del Tronto. I lavori di restauro, che verranno effettuati nei locali al Piano Terra del Parco Archeologico e Museo di Ripoli, saranno aperti e visionabili dai cittadini e dalle istituzioni interessate, appena arriverà l’autorizzazione statale.
Dopo i saluti del Presidente di Italico Onlus, Maurilio Migliorati, e dei sindaci di Corropoli e di Arquata del Tronto, rispettivamente Umberto D’Annuntiis e Aleandro Petrucci, è intervenuto il giornalista Nicola Marini, già presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e ora tesoriere, che ha mostrato immagini toccanti del terremoto del 6 aprile 2009 quando la città dell’Aquila, con il suo meraviglioso patrimonio artistico, è stata in gran parte distrutta.
A prendere la parola è stato poi il Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma, Paolo Iannelli, che ha sottolineato il grande valore del recupero del patrimonio artistico che rappresenta l’identità di un popolo. Per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo è intervenuta Maria Grilli. L’attenzione si è quindi spostata sulle enormi difficoltà incontrate dal personale che ha effettuato il recupero e la messa in sicurezza delle opere d’arte come i Vigili del Fuoco, rappresentati da Roberto Paoletti del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, e i Carabinieri, a intervenire è stato il Luogotenente Marcello Sergi del TPC Ancona, Comando Nucleo Tutela Patrimonio Culturale per le regioni Marche e Abruzzo.
Un lavoro di restauro reso possibile grazie alla preziosa sinergia tra pubblico e privato, un mecenatismo messo in campo attraverso una rete importante e prestigiosa composta dalla Regione Lombardia, Icom Italia – International Council of Museums, il Museo Bagatti Valsecchi di Milano, il Liceo Artistico “Osvaldo Licini” di Ascoli Piceno (rappresentato da Michele Picciolo), la ProLoco di Arquata del Tronto. A spiegare questa importante filiera è stato il direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno Stefano Papetti, che ha indirizzato la Regione Lombardia – a seguito del progetto “Cola dell’Amatrice. L’indimenticabile” curato da Vittorio Sgarbi e realizzata grazie ai prestiti concessi dai Musei Civici di Ascoli Piceno – a sostenere il restauro di due tele recuperate ad Arquata.
L’attenzione è poi stata posta sui lavori di restauro con gli interventi di Graziella Roselli, dell’Università di Camerino, Responsabile del laboratorio di Diagnostica Chimica per i Beni Culturali e dei referenti di due realtà impegnate nel restauro: la start up Art&Co-spinoff dell’Università degli Studi di Camerino, rappresentata da Giuseppe Di Girolami, che ha parlato delle tecnologie utili alla diagnostica e l’Adip sns, rappresentata da Michele Aureli che si occuperà fattivamente del restauro.
“Sono molto soddisfatto per la grande partecipazione di pubblico in questo convegno – dichiara il direttore artistico di Italico Onlus, Dino Di Berardino – è stata un’importante occasione per riflettere sulle professionalità richieste per la messa in sicurezza e la salvaguardia dei beni culturali italiani, in particolare di quelli danneggiati dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale, nonché sull’opportunità di far nascere un un’innovativa collaborazione tra diversi soggetti e professionalità che, grazie ai restauri “aperti” ai visitatori, a seminari specialistici e lezioni teoriche e pratiche sulle tecniche artistiche e sul restauro rappresenterebbe un’opportunità straordinaria di sensibilizzazione e valorizzazione di uno dei patrimoni principali delle regioni Abruzzo e Marche”.