Duplice omicidio di Ortona, Marfisi non risponde al giudice. E’ accusato di premeditazione
CHIETI, 15 aprile 2017 – Francesco Marfisi, l’uomo che due giorni, a Ortona, ha ucciso a coltellate la moglie Letizia Primiterra e l’amica della donna Laura Pezzella, non ha risposto al Gip. L’autore del duplice omicidio, che giovedì scorso in caserma ha ammesso le proprie responsabilità, questa mattina si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto. Il sostituto procuratore Giancarlo Ciani, che già aveva interrogato Marfisi nella caserma dei carabinieri di Ortona la sera stessa dell’omicidio, ha chiesto la convalida dell’arresto e l’emissione dell’ordinanza cautelare in carcere per duplice omicidio, con le aggravanti di premeditazione, crudeltà, porto abusivo di armi, violazione di domicilio, e per aver commesso il reato in presenza di minori, ovvero i due figli di Laura Pezzella. Il Gip Luca De Ninis potrebbe decidere già nelle prossime ore.
Marfisi, attualmente recluso in isolamento nel carcere di Lanciano, è arrivato nel palazzo di giustizia di Chieti poco prima delle 10.30, dove è rimasto per circa mezz’ora, alla presenza del legale di fiducia Rocco Giancristofaro. L’uomo è arrivato a bordo di un furgone della polizia penitenziaria ed è stato fatto entrare direttamente nell’androne del tribunale.
Durante il primo interrogatorio, giovedì scorso, Marfisi aveva parlato a ruota libera, riferendo il suo punto di vista e ripetendo più volte la frase: “Sono disperato”. L’aggravante della premeditazione, contestata dal sostituto procuratore Ciani, rischia di costare l’ergastolo all’autore del duplice omicidio.
Il legale del reo confesso, dopo l’udienza di convalida, ha parlato dello stato in cui versa attualmente il suo assistito:
“Non credo sia molto lucido. Non si rende ancora conto di quello che ha fatto”.
Al suo secondo incontro con Marfisi, la sera stessa del duplice omicidio, l’avvocato ha detto di avere chiesto la revoca della misura dell’isolamento, al contrario di quanto fatto dal pubblico ministero, ed ha risposto invece “vedremo” alla domanda dei giornalisti su un’eventuale richiesta di rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica.