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Ecco come gli abruzzesi sono attenti alla salute. Tutti i numeri del Cresa

Ecco come gli abruzzesi sono attenti alla salute. Tutti i numeri del Cresa

L’AQUILA, 14 novembre – Le donne abruzzesi sono più attente degli uomini alla salute, hanno più cura di loro stesse e vivono di più.

Nasce con uno studio sulla salute ABruzzESi , una serie di studi del Cresa che, prendendo spunto dal progetto nazionale dell’Istat BES, vuole indagare sugli che determinano il grado di benessere della società e ne influenzano una possibile crescita equa e sostenibile.

“Si inizia dalla salute – afferma il presidente del Cresa Roberto Di Vincenzo – con un focus su speranza di vita e qualità della sopravvivenza, mortalità per fasce di età, percezione dello stato fisico e psicologico, abitudini e stili di vita”.

Ecco dunque i primi dati.

Le donne sono in Abruzzo come nel resto del paese più longeve degli uomini: le bambine nate nel 2015 hanno un’aspettativa di vita di 84,6 anni, i bambini di 80,2, le 65enni di 22 anni e i 65enni di 18,9, valori tutti allineati o lievemente superiori a quelli medi nazionali. Negli ultimi anni si assiste ad una riduzione del divario di genere dovuto ad un allungamento della vita alla nascita degli uomini più consistente di quello delle donne.

Migliora nel complesso, grazie agli enormi progressi della medicina, la qualità della sopravvivenza, ma nella popolazione adulta e anziana, soprattutto nella componente femminile, resta lungo il periodo medio di vita affetta da problemi di salute e da limitazioni funzionali nelle attività quotidiane. Per i nati nel 2015 si prevede un periodo non in buona salute che equivale a più di un quarto (uomini) e a circa un terzo (donne) della vita. Per i 65enni, maschi e femmine l’aspettativa di vita con limitazioni funzionali è pari a più della metà degli anni che restano loro da vivere.

La qualità della sopravvivenza in Abruzzo mostra tra il 2009 e il 2015 un miglioramento della componente femminile e un aumento del periodo con limitazioni funzionali della componente maschile.

I valori regionali del 2013 della mortalità per tumore letti di per sé non sono allarmanti: nel 2013 sono morti per tale causa 8,6 maschi adulti e 6,9 femmine adulte ogni 10.000 residenti di pari età e genere, valori assai inferiori alla media nazionale (9,7 e 7,6 per diecimila) e a tutte le ripartizioni italiane.

Ad essere allarmante è l’andamento del tasso di mortalità per tumori nel medio periodo: a fronte di una media nazionale in decremento, in regione quello maschile si contrae meno e quello femminile aumenta.

Le demenze e malattie del sistema nervoso hanno mietuto nel 2013 28,5 vittime tra gli anziani e 27,5 tra le anziane ogni 10.000 residenti stessa età e stesso sesso. Anche per la mortalità per demenze e malattie del sistema nervoso, più accentuata nelle regioni come l’Abruzzo in cui si assiste ad un invecchiamento particolarmente rapido della popolazione, la prospettiva a medio termine è preoccupante, più per le donne che per gli uomini.

L’Abruzzo si conferma virtuoso per la decrescente mortalità giovanile per accidenti di trasporto (0,7 per diecimila tra i ragazzi e 1,0 per diecimila tra le ragazze contro una media nazionale del 1,1 e 0,3 per diecimila), con un calo dal 2006 consistente superiore nel complesso a tutte le altre regioni. Gli accidenti di trasporto tuttavia restano la principale causa di morte per i ragazzi e la seconda, dopo i tumori, per le ragazze.

La percezione della salute fisica, in Abruzzo come nel resto del Paese, è migliorata e, al contrario, è peggiorata assai più che nella media nazionale, quella della salute psicologica. Gli uomini hanno un’opinione sul loro stato di salute fisica e psicologica migliore delle donne (fisica: 51,8 contro 50,8; psicologica: 50,0 contro 48,1). Negli ultimi anni ad innalzarsi è il solo valore dell’indice di salute fisica, particolarmente femminile. Per quanto riguarda il benessere psicologico, invece, l’andamento nel tempo è decrescente, in particolare per gli uomini.

Fumo (uomini: 28,5%; donne: 15,1%) , consumo a rischio di alcolici (uomini: 24,7%; donne: 7,7%), sovrappeso (uomini: 57,7%; donne: 36,7%), mancanza di attività fisica (uomini:36,9%; donne: 45,1%), consumo di adeguate porzioni giornaliere di vegetali (uomini: 9,2%; donne: 15,2%) il quadro abruzzese è prevalentemente a tinte fosche, con valori migliori della maggior parte delle altre regioni solo per i comportamenti a rischio nel consumo di alcolici e, nella componente femminile, per la diffusione del fumo. I comportamenti maschili e femminili divergono profondamente e fanno emergere nel tempo un atteggiamento più responsabile da parte delle donne, le cui performance nel controllo del peso, nella rinuncia al fumo e all’assunzione a rischio di alcolici e anche nell’abitudine alla pratica regolare di attività sportive, pur restando nel complesso meno soddisfacenti della media nazionale, mostrano decisi miglioramenti tra ilo 2005 e il 2015. Tende a peggiorare vistosamente, soprattutto per gli uomini, l’abitudine a non consumare quantità sufficienti di frutta e verdura.

“ABruzzESi” è un ulteriore prova dell’appassionato spirito di servizio che il Cresa da quasi 50 anni dimostra nei confronti dell’Abruzzo – spiega Roberto Di Vincenzo, presidente del Cresa -, spirito di servizio che ha portato alla produzione sistematica di studi e ricerche sulle dinamiche socio-economiche regionali. Con ABruzzESi – prosegue il Presidente – il Cresa apre, con un linguaggio chiaro e semplice, trattando argomenti di interesse comune oltre che specialistico, la propria attività non più solo o prevalentemente agli esperti e agli addetti ai lavori ma ai cittadini tutti, abruzzesi e non, a tutti coloro che vogliono conoscere la nostra regione”.

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