Ecco il “Libro bianco” di Carichieti, i sindacati raccontano la fine dell’ultima banca abruzzese
PESCARA, 7 dicembre – Lasciare una memoria storica sugli accadimenti all’interno dell’ultima banca autonoma sul territorio abruzzese. Con questo obiettivo i sindacati Fabi, First-Cisl e Fisac-Cgil realizzano il volume “La fine dei fatti: Libro bianco Carichieti”, finalizzato a ricostruire quanto accaduto nella Banca Carichieti negli ultii sette anni.
Il volume è stato presentato stamani nel corso di una conferenza stampa a Pescara, presenti Francesco Trivelli della Fisac-Cgil, Claudio Bellini della First-Cisl e Domenico Avitto della Fabi, i quali hanno sottolineato che si tratta di “una ricostruzione dei fatti effettuata con documenti sindacali e non, articoli di quotidiani locali, pubblicazioni e quant’altro, a cui potrà essere data un’attenta lettura, online e gratuitamente”.
Il libro, consultabile all’indirizzo www.librocarichieti.it, ripercorre, in modo analitico e senza commenti o giudizi, quanto accaduto in Carichieti dal 2010 al 2017. La ricchissima documentazione contenuta nel volume può essere consultata anno per anno.
Ricordando che “dal 26 febbraio l’ex Carichieti non esisterà più” e che “in Abruzzo chiuderanno 12 sportelli”, Trivelli, Bellini e Avitto sottolineano che “il caso della Banca Carichieti, oggi Banca Teatina e, tra alcuni mesi, Ubi Banca, è stato citato, per la sua particolarità, come una vicenda unica in Italia. Si è giunti a tale situazione per la crisi, per le scelte sbagliate, per mancanza di idee e proposte per lo sviluppo economico e sociale sul territorio – osservano – ma anche, e soprattutto, a seguito di comportamenti poco chiari”.
“La profondità e la complessità del mutamento di tale realtà creditizia hanno avuto un impatto negativo sullo sviluppo, sulle imprese, sulle lavoratrici e i lavoratori, sulle famiglie e i pensionati e tale crisi bancaria, benché oggi abbia trovato una soluzione con un importante gruppo bancario – aggiungono – continuerà ad avere, per molto tempo, ricadute negative sull’intero Abruzzo”.
Una situazione, secondo i tre sindacati, “già compromessa dai primi anni della crisi”, mentre “nessuno, né la politica né le istituzioni hanno affrontato la questione”, con una “gestione che è stata quella che è stata”. Le tre sigle sottolineano infine che “perdere l’ultima banca autonoma in Abruzzo per il sistema economico non è sicuramente positivo”.