Elezioni comunali Pescara, al via la campagna di Costantini: “I partiti non sono il bene della città”
PESCARA, 6 aprile – Prima iniziativa pubblica per il candidato sindaco di Pescara Carlo Costantini, con il suo polo civico “Faremo grande Pescara”. Inaugurato, stamani, il comitato elettorale, che è stato allestito in via Carducci, angolo via Parini, nella sede storica del comitato “Pescara-Montesilvano-Spoltore” per il referendum sulla fusione tra i tre comuni. L’evento odierno dà il via alla campagna elettorale del polo civico guidato da Costantini, il quale sottolinea che “in questo momento i partiti non sono il bene di Pescara”.
Prima di iniziare, nel giorno del decimo anniversario del terremoto dell’Aquila, Costantini ha ricordato quanto accaduto il 6 aprile del 2009 ed ha mostrato un cartellone con la scritta “La Grande Pescara abbraccia la grande L’Aquila”. Poi un ricordo commosso di Daniele Becci, storico presidente della Camera di Commercio del capoluogo adriatico, morto a gennaio del 2018, che insieme a Costantini aveva fortemente creduto nel progetto della Grande Pescara e nel 2014 aveva sostenuto il progetto per la fusione dei tre comuni.
“Quando nel 2014 si è votato – ha affermato il candidato sindaco – il 71% dei pescaresi ha detto sì alla Grande Pescara. Oggi ritengo che almeno il 90% sia favorevole al mio progetto di nuova città. I pescaresi sanno guardare al futuro e vogliono vivere in una città del futuro. In una città più grande, più organizzata, meno costosa, più funzionale e soprattutto bella, sicura, pulita, moderna, tecnologica e connessa con l’Italia e con l’Europa. E i pescaresi sanno anche di essere a un passo dalla meta”.
“Per questo – ha aggiunto – improvvisamente, tutti i partiti che hanno remato contro, che a Montesilvano organizzano comitati per raccogliere le firme per abrogare la legge istitutiva di Nuova Pescara o che a Spoltore sono andati addirittura in Tribunale per tentare di bloccare il referendum, si affrettano a dichiararsi favorevoli alla Grande Pescara. Lo fanno perché sanno che se dicessero il contrario sarebbero spazzati via alle prossime elezioni del 26 maggio. Lo fanno perché sperano in questo modo di poter utilizzare il consenso elettorale conquistato con una adesione di facciata al progetto per continuare a remare contro e per continuare a perdere altro tempo”.
“In questo momento – ha osservato Costantini – i partiti non sono il bene di Pescara. Pescara non ha bisogno di un capo politico nazionale con le felpe, non ha bisogno di essere governata da alleanze fragili, basate su accordi tra partiti litigiosi e continuamente in lotta tra loro, totalmente indifferenti al merito, alla competenza, alla conoscenza, alla capacità. Pescara ha bisogno di un pescarese e di un gruppo di persone che possano rispondere solo ai pescaresi e che li garantiscano più di ogni altro del fatto che il progetto sarà portato a termine, nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile. Questi pescaresi siamo noi”.
Il candidato sindaco ha sottolineato che “è questa la ragione per la quale ho rinunciato a facili scorciatoie ed alla possibilità di rappresentare come candidato sindaco anche importanti forze politiche, che rispetto profondamente, ma che oggi non sono in grado di garantire i pescaresi, di assumere impegni nei loro confronti” ed ha affermato che “io voglio vincere per governare, non per tirare a campare”.
“Voglio vincere per cambiare Pescara, non per fare l’amministratore di un condominio. Voglio vincere per rivendicare quello che a Pescara spetta, non per galleggiare tra gli equilibri impossibili ed incomprensibili delle alleanze tra partiti che oggi governano il paese e molte amministrazioni locali. Voglio vincere – ha concluso Carlo Costantini – perché voglio che insieme a me vinca Pescara e vincano i pescaresi”.