Elezioni regionali, centrodestra abruzzese in subbuglio. Parte il toto-candidato
L’AQUILA, 21 settembre – Il centrodestra abruzzese è in subbuglio, dopo il vertice che si è tenuto ieri, a Roma, a Palazzo Grazioli, tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. All’ordine del giorno le prossime elezioni regionali che si terranno in Piemonte, Basilicata, Sardegna e Abruzzo. Dall’incontro è emerso che la coalizione di centrodestra affronterà in maniera unitaria i prossimi appuntamenti elettorali e che in Abruzzo, in vista del voto del 10 febbraio, spetterà a Fratelli d’Italia esprimere il candidato alla presidenza della Regione.
Subito è partita la caccia al nome forte in quota Fratelli d’Italia: il più accreditato, al momento, sembra essere Guerino Testa, ex presidente della Provincia di Pescara, con trascorsi in Forza Italia e in alcune liste civiche. Alle ultime consultazioni politiche non è stato eletto ed è in cerca di riscatto. Ci sarebbe anche Giandonato Morra, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, reduce però da una doppia bruciante sconfitta, prima nella corsa al parlamento e poi in quella alla carica di sindaco di Teramo. L’etichetta di “perdente di successo” rischia di bruciarlo in partenza.
La scelta, però, dovrà tenere conto anche degli equilibri territoriali, con la provincia di Chieti che rivendica un ruolo da protagonista, dopo che gli ultimi tre governatori, alternatisi alla guida della Regione, sono stati espressi dagli altri tre comprensori abruzzesi. Qualcuno fa il nome di Angelo Di Nardo, imprenditore di 30 anni, esponente di Fratelli d’Italia e consigliere comunale ad Ortona. Alle ultime amministrative la sua candidatura a sindaco ha rappresentato un interessante laboratorio: è stato sostenuto da Fratelli d’Italia e Lega, insieme ad una lista civica, ma senza Forza Italia, che ha puntato su un altro candidato.
Le altre forze del centrodestra abruzzese, però, nel frattempo sono sul piede di guerra. I vertici regionali di Forza Italia e Lega, ufficialmente, non commentano, ma fonti bene informate riferiscono di pesanti malumori. D’altronde il tavolo nazionale ha invertito i rapporti di forza all’interno della coalizione e, soprattutto per gli azzurri di Pagano, che alle politiche dello scorso 4 marzo, in controtendenza rispetto al trend nazionale, si sono affermati come primo partito del centrodestra, rinunciare al candidato presidente sarà un rospo duro da ingoiare. Stesso discorso per i salviniani, protagonisti di un autentico exploit in Abruzzo, che li ha proiettati a poche migliaia di voti dalla leadership regionale della coalizione.
E invece, se la decisione romana fossse confermata, Fratelli d’Italia, con il suo modesto 4,9% alla Camera e 4,6% al Senato, esprimerà il leader di una coalizione che in Abruzzo vede Forza Italia al 14,5% alla Camera e al 15,8% al Senato, e la Lega al 13,8% alla Camera e al 14% al Senato.
Mentre Fratelli d’Italia esulta e il resto del centrodestra tace, l’unico ad uscire allo scoperto è Gianluca Zelli, leader di una vasta area di liste civiche, appartenenti al centrodestra, che puntava sulla candidatura di Fabrizio Di Stefano:
“L’Abruzzo a Fratelli d’Italia? Per ora e’ una indiscrezione, ma se fosse vero sarebbe l’ennesimo oltraggio al territorio”.