Emergenza acqua, la Procura di Teramo apre un’inchiesta: al lavoro un pool di tre magistrati
TERAMO, 10 maggio – Tre magistrati, coordinati dal Procuratore Antonio Guerriero indagheranno sull’episodio di possibile inquinamento che ieri aveva portato a sospendere, in via precauzionale, l’utilizzo per fini potabili dell’acqua proveniente dalle captazioni del Gran Sasso.
Le indagini riguarderanno però non solo quanto avvenuto ieri, ma anche gli eventi della scorsa estate.
Tutto sarà riunito in un unico fascicolo affidato a un pool, composto dai pm Stefano Giovagnoni, Greta Aloisi e Davide Rosati.
Ieri la decisione di sospendere l’utilizzo dell’acqua ai fini potabili era stata assunta dalla Asl dopo che i primi rilievi dell’Arta avevano stabilito la non conformità di odore e sapore dei campioni prelevati l’8 maggio.
Qualche traccia di solvente in quantità minima era stata rilevata il 4 e il 5 in concomitanza con i lavori di segnaletica nelle gallerie, ma i dati rientravano nella soglia consentita. Poi più nulla fino all’8, quando le verifiche ‘speditive’ dell’Arta avevano stabilito la non conformità dei due parametri. Da qui la necessità di ulteriori accertamenti per capire cosa avesse causato quell’alterazione.
Analisi i cui risultati ancora non sono disponibili e che dovrebbero arrivare tra stasera e domani, così come tra stasera e domani dovrebbero rientrare le risposte degli accertamenti sui campioni inviati all’Università di Padova.
Intanto sono già iniziate le prime acquisizioni di atti, mentre ieri sera i magistrati incaricati di occuparsi della vicenda hanno ascoltato, come persone informate sui fatti, il presidente della Ruzzo Reti e i rappresentanti di Asl e Arta per avere una prima panoramica di quanto accaduto.