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Emergenza incendi, allarme di Coldiretti Abruzzo: “Serviranno 15 anni per ricostruire i boschi”

Emergenza incendi, allarme di Coldiretti Abruzzo: “Serviranno 15 anni per ricostruire i boschi”

SULMONA, 29 agosto 2017 – Coldiretti Abruzzo lancia l’allarme sulle conseguenze degli incendi che, nel corso di questa estate “maledetta”, stanno devastando il territorio regionale. “Ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco – stima l’associazione di categoria – con danni per l’ambiente, per l’economia, per il lavoro e per il turismo, e con un costo per la collettività stimabile in circa diecimila euro all’ettaro percorso dalle fiamme”.

Si calcola che fino ad ora, in tutta Italia, siano andati a fuoco 120 mila ettari di territorio. Coldiretti Abruzzo, al riguardo, osserva:

“L’Abruzzo, in particolare, esce veramente martoriato da questa infernale estate 2017, che verrà ricordata per il clima pazzo, la forte siccità e le temperature altissime, oltre che per gli innumerevoli roghi che hanno letteralmente raso al suolo centinaia e centinaia di ettari di terreno boschivo, che ricopre il 41% della superficie regionale”.

Poi l’associazione di categoria si sofferma su alcuni dei danni più gravi prodotti dai roghi:

“Gli incendi hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale, dovuti alla perdita di biodiversità, con la distruzione di piante e l’uccisione di animali, senza contare la devastazione di ampie aree di bosco, che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Nelle foreste andate a fuoco saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco, come la raccolta della legna e dei tartufi”.

Coldiretti Abruzzo prova ad andare alle radici del fenomeno:

“Gli incendi sono praticamente triplicati rispetto alla media dei 10 anni precedenti, spinti dalla siccità, dall’incuria e dall’abbandono dei boschi, divenuti facile preda dei piromani. Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché è mancata l’opera di prevenzione, con 12 miliardi di alberi dei boschi italiani che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili soggette ai piromani. Anche nella nostra regione, dove la superficie coperta da boschi oggi interessa 400 mila ettari, queste aree sono alla mercé dei piromani. I boschi, per effetto della chiusura delle aziende agricole, si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa gestirle”

Infine la ricetta per ripartire e per arginare il fenomeno degli incendi:

“Per difendere il bosco italiano e abruzzese occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, nonché cogliere le opportunità offerte dalla legge di orientamento, che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.

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