Emergenza incendi in Abruzzo, Pettinari (M5s): “D’Alfonso a casa, sottrarre roghi a interessi privati”
PESCARA, 29 agosto 2017 – Invoca le dimissioni del presidente della Regione Luciano D’Alfonso, invitandolo ad avanzare – come ultimo atto – la richiesta dello Stato di Emergenza a Gentiloni. Domenico Pettinari, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Abruzzo, punta il dito contro il governatore per la gestione dell’emergenza incendi in Abruzzo. Inoltre fornisce la sua ricetta per contrastare i roghi di origine dolosa: sottrarre gli incendi agli interessi dei privati.
Pettinari afferma:
“Fino a quando ci sarà anche un solo privato, società, ditta, cooperativa e quant’altro, che dagli incendi guadagnerà, il problema non si risolverà. E’ impensabile dare l’opportunità di arricchirsi sugli incendi: strutture, mezzi e uomini per gli interventi di soccorso e spegnimento devono essere pubblici. E’ questa la legge che un Paese serio dovrebbe varare immediatamente”.
L’esponente pentastellato, inoltre, si unisce al coro dei tanti che mettono in relazione la stagione maledetta sul fronte dei roghi e la soppressione del Corpo Forestale:
“Se in uno Stato, con più di tre quarti della superficie territoriale occupata da montagne e da colline, il Corpo forestale viene soppresso e dislocato in vari corpi, sminuendo ed eliminando la prima forza statale per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi, qualcosa non torna. E a chi pensa che parlare di politica sugli incendi sia sbagliato, voglio ricordare che la soppressione del Corpo forestale è stata una scelta politica”.
Poi Pettinari chiama in causa i vertici della Regione:
“L’Abruzzo è tenuto in ostaggio. Imbrigliato da catene di inefficienza che non vogliono lasciar volare una regione straordinaria, che da sola basterebbe al suo fabbisogno. Il presidente parla sulla stampa come se fosse in un qualunque bar del centro. Parla di Canadair dalla Francia, e nel farlo ringrazia il Governo, lo stesso Governo che ha scelto di acquistare F35 invece dei Canadair. Nella sua analisi, D’Alfonso dimentica di sottolineare che la Regione Abruzzo è in forte ritardo nel varare il piano antincendio boschivo, previsto dalla legge 353 delle 2000, di tutte le sue aree protette: infatti, ad oggi, solo il Piano AIB redatto dal Parco Nazionale d’Abruzzo risulta uno strumento credibile e approfondito. Al contrario, quello del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga denuncia nero su bianco la totale mancanza di fondi per la prevenzione e la lotta attiva contro gli incendi, con i capitoli letteralmente lasciati a zero euro, e l’AIB del Parco della Majella e di altre aree abruzzesi, teoricamente protette, non risultano ancora pubblicati”.
Il consigliere regionale ne ha anche per il sottosegretario regionale con delega alla Protezione civile:
“In questi giorni abbiamo dovuto apprendere da Mazzocca che la Regione Abruzzo, agli inizi di questo agosto, ha già dovuto stanziare per l’emergenza circa 700 mila euro, impegnandosi a trovarne altri 370 mila, quando si è ormai consumato il disastro di oltre 1.000 ettari di terreno andati in fumo, senza conteggiare gli ulteriori devastanti fronti di incendio scoppiati dopo il 7 agosto e che hanno colpito il Gran Sasso, la Majella e il Morrone”.
Un quadro che induce Pettinari ad invocare le dimissioni:
“Il presidente faccia un ultimo atto prima di dimettersi ed andare a casa: chieda che per l’Abruzzo il Governo vari lo stato di emergenza, perché stiamo bruciando la nostra storia e la nostra terra. Nel corso di quest’estate i ritardi delle Regioni e degli Enti Locali sono stati più volte denunciati anche dal rapporto di Legambiente che, al 10 agosto, registrava già 101.000 ettari bruciati dell’intero patrimonio boschivo italiano, vedendo più che raddoppiato quanto andato in fumo in tutto il 2016. Ecco perché, pur tenendo conto dell’eccezionale ondata di caldo, davanti alla quasi totale disattenzione e alla cronica mancanza di fondi per la prevenzione da parte della Regione, e al fiume di denaro che si spende poi, purtroppo spesso inutilmente, per l’emergenza, nasce il sospetto che anche in Abruzzo siano cominciati a nascere episodi fino ad ora registrati in altre Regioni, dove il sostanziale disinteresse degli enti locali nella prevenzione fa da spola ai troppi interessi privati collegati alla gestione delle emergenze”.