Emergenza siccità, il Forum H2o accusa la Regione Abruzzo: “E’ inadempiente da 11 anni”
PESCARA, 24 giugno 2017 – Caldo e temperature elevate stanno mettendo a dura prova il territorio abruzzese, alle prese con una crisi idrica che rischia di trasformarsi a breve in una vera e propria emergenza. Il Forum H2o, da sempre in prima linea su tematiche ambientali e su questioni relative ad una gestione responsabile dell’acqua, punta il dito contro la Regione Abruzzo: “E’ inadempiente da 11 anni sul fronte della tutela delle risorse idropotabili, visto che fin dal 2006 doveva proteggere le zone di ricarica degli acquiferi per l’acqua potabile e invece non l’ha fatto”.
Il forum cita l’articolo 94 del testo Unico dell’Ambiente, Decreto legislativo 152/2006, che obbliga le regioni a definire le modalità d’uso dei territori per la protezione delle acque sotterranee importanti ai fini idropotabili e delle relative aree di ricarica. In particolare mette in evidenza il comma 7 che recita:
“Le zone di protezione devono essere delimitate secondo le indicazioni delle regioni o delle province autonome per assicurare la protezione del patrimonio idrico. In esse si possono adottare misure relative alla destinazione del territorio interessato, limitazioni e prescrizioni per gli insediamenti civili, produttivi, turistici, agro-forestali e zootecnici da inserirsi negli strumenti urbanistici comunali, provinciali, regionali, sia generali sia di settore”
La mancata applicazione della norma, spinge il Forum H2o a commentare:
“In un momento di allarme per la siccità, ci sentiamo di denunciare nuovamente, come stiamo facendo da anni, il gravissimo e inaccettabile ritardo della Regione Abruzzo nella predisposizione delle regole per la tutela delle zone di ricarica delle falde acquifere per l’uso idropotabile.Servono regole ferree per difendere l’acqua, non buttare la polvere sotto al tappeto”.
Gli ambientalisti affondano il colpo, assimilando il comportamento della Regione sulla questione idrica a quello tenuto in merito alla prevenzione dalle valanghe:
“Come per le valanghe, la Regione sta omettendo da undici anni queste regole. Non è un caso di dimenticanza, fare il proprio dovere significherebbe imporre limiti all’utilizzo attualmente sconsiderato del territorio. In questi anni, in assenza di regole, si è reso possibile, a mero titolo di esempio, installare fabbriche che usavano prodotti chimici pericolosi un chilometro a monte delle meravigliose sorgenti del Tirino, autorizzare megacave a ridosso delle sorgenti del Pescara, piazzare migliaia di tonnellate di sostanze chimiche pericolose nel cuore dell’acquifero del Gran Sasso. Qualche anno fa la Regione autorizzò una discarica, quella di valle dei Fiori a Pescina, proprio sopra un’area di fondamentale importanza per l’acqua potabile. Fu bloccata solo grazie ad un ricorso al Tar”.