Emittenza locale: la scure del Mise sulle televisioni abruzzesi, appello a Di Maio
PESCARA, 3 agosto – Il Sindacato dei giornalisti abruzzesi appoggia la richiesta di numerosi editori dell’emittenza televisiva privata per modificare la normativa di riparto dei contributi riportandola ad una suddivisione su base territoriale. Questo di fronte all’evidente svantaggio che le attuali regole stanno creando alle emittenti di regioni come l’Abruzzo e il Molise.
Sga appoggia anche la richiesta di incontro che gli editori rivolgono al Ministro per lo Sviluppo Economic, Luigi Di Maio, che domani sera sarà a Pescara.
“Troppo peso all’Auditel, zero tutela degli operatori dell’informazione che rispettano le regole: il Dpr 146/2017 sull’Editoria penalizza fortemente il settore televisivo locale, in particolar modo quello abruzzese. – si legge nella nota della segreterian Sga – Sono numerosi gli editori che stanno preparando i ricorsi contro la graduatoria per i finanziamenti pubblicata dal Mise il 12 luglio scorso e relativa al bando emanato a dicembre 2017. Errati i criteri di valutazione, che violano i principi fondanti per i quali è stato costituito il Fondo dell’Editoria: “promozione del pluralismo dell’informazione” e “sostegno dell’occupazione nel settore”.
Punto per punto ecco i principali problemi:
“La prima aberrazione del Dpr: lo sbarramento a 100 Tv per accedere al 95 per cento dei fondi a disposizione (al bando abbiamo risposto in 166). La seconda aberrazione: il giornalista che lavora nelle Tv oltre le prime 100 in graduatoria vale per il regolamento del DPR 90 Euro, mentre il giornalista che lavora nelle Tv delle prime 100 in graduatoria vale 406 Euro. Eppure siamo iscritti tutti allo stesso ordine dei giornalisti: non abbiamo forse pari dignità? La terza aberrazione: per ottenere dal 17 al 30 per cento del punteggio nel bando pubblico, ogni Tv locale deve essere iscritta e quindi pagare annualmente migliaia di euro ad un privato, la S.r.l. Auditel, società di capitali di proprietà Mediaset, Agenzie di pubblicità e Rai. Quindi nel Fondo istituito a “sostegno dell’occupazione nel settore” dell’editoria un giornalista vale meno dell’Auditel. La quarta aberrazione: la legge 488/1998 destinava contributi alle emittenti locali su base regionale attraverso i Co.Re.Com. Con il Dpr, invece, il Mise ha stabilito dei nuovi criteri su base nazionale, che determinano uno squilibrio tra le regioni con maggiore bacino di utenza e quelle più piccole: ad esempio, l’Abruzzo conta 1,3 milioni di abitanti, la Puglia oltre 4 milioni, Lazio quasi 6 milioni e la Lombardia 10 milioni circa. Guarda caso le prime Tv in graduatoria appartengono proprio a queste regioni.
Ad oggi, in Abruzzo si salverebbe solo una Emittente locale:
“che fine farà il pluralismo dell’informazione – conclude la segreteria Sga – sbandierato sin dall’introduzione del digitale terrestre nel 2008 e poi con il Dpr 146?”