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Fanghi dal porto di Ortona: Montesilvano, Pineto e Città Sant’Angelo ricorrono alle vie legali

Fanghi dal porto di Ortona: Montesilvano, Pineto e Città Sant’Angelo ricorrono alle vie legali

MONTESILVANO, 12 febbraio – Dragaggio dei fanghi dal porto di Ortona: i Comuni di Montesilvano, Pineto e Città Sant’Angelo, insieme all’area marina protetta, passano dalle parole ai fatti e danno mandato ad un legale “affinché tuteli gli interessi dei Comuni e della Torre di Cerrano di fronte alla decisione di sversare i sedimenti derivanti dal dragaggio del porto di Ortona nella zona antistante i tre comuni e  l’Area Marina Protetta”.

Una decisione assunta ufficialmente questa mattina al termine di una riunione tra i  sindaci di Montesilvano Francesco Maragno e Pineto Robert Verrocchio, il vicesindaco di Città Sant’Angelo Alice Fabbiani e il presidente e il direttore dell’Amp Torre del Cerrano Leone Cantarini e  Fabio Vallarola.

“Intendiamo predisporre tutti gli atti necessari per far fronte a questa inaccettabile decisione – sottolineano gli amministratori –  L’obiettivo della nostra azione legale è quello di tutelare gli interessi degli enti coinvolti e dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Vogliamo impugnare un provvedimento che riteniamo essere stato preso senza una idonea documentazione e attraverso un iter nel quale sono stati tralasciati troppi aspetti importanti a tutela dell’intero territorio”.

L’intervento contestato da sindaci e rappresentanti del parco marino prevede l’immissione di circa 342.000 metri cubi di sedimenti derivanti dal dragaggio dal porto di Ortona nell’area denominata Abr01D, comprendente anche i 3 comuni. Area che venne individuata nel 2011 come sito idoneo per l’immissione del materiale derivante dalle operazioni di dragaggio del porto di Pescara, per una quantità pari a circa 72 mila metri cubi. La definizione di Sic, sito di interesse Comunitario, che l’Area Marina Protetta ha ottenuto nel 2013 impone l’obbligatorietà di sottoporre a procedura di valutazione di incidenza ambientale l’autorizzazione del sito per l’immissione a mare. Aspetto che, denunciano gli amministratori, non è stato rispettato.

“Crediamo che questa operazione di sversamento potrebbe incidere negativamente  sul patrimonio ambientale, floristico e faunistico dell’Area Marina Protetta, nonché sul comparto turistico e sul suo potenziale sviluppo dei Comuni coinvolti e conseguentemente di tutto l’Abruzzo – continuano i sindaci –  Per tutte queste ragioni riteniamo che questa decisione debba essere presa sviscerando accuratamente ogni singolo aspetto e non rilasciando autorizzazioni attraverso procedure affrettate. Per tali motivi percorreremo ogni possibile strada, a cominciare da quella legale, per evitare lo sversamento a mare dei sedimenti, con l’auspicio che la Regione Abruzzo, nei prossimi giorni revochi in autotutela l’autorizzazione rilasciata al deposito in mare dei materiali di escavo del porto di Ortona”.

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