Giulianova: corruzione negli appalti comunali, otto arresti /VIDEO
GIULIANOVA, 23 maggio – Un sistema di corruzione consolidato nel tempo, con gli appalti del Comune di Giulianova, per centinaia di migliaia di euro, affidati sempre alle stesse ditte. Quelle ditte i cui titolari erano disposti, a loro volta, a “ricompensare” la dirigente del Comune di Giulianova Angela Mastropietro e il marito imprenditore con somme di denaro e beni immobili. O anche con consulenze fittizie o sovrafatturate a favore di quest’ultimo. Almeno secondo l’impianto accusatorio della Procura di Teramo, che al termine di indagini durate mesi ha chiesto ed ottenuto l’esecuzione di otto ordinanze di custodia cautelare, quattro in carcere e quattro ai domiciliari nei confronti di altrettante persone.
A finire in manette, oltre alla dirigente del Comune di Giulianova Maria Angela Mastropietro, all’epoca al vertice dell’ufficio urbanistica e coinvolta anche in un’altra inchiesta della Procura di Teramo, il marito ed imprenditore Stefano Di Filippo, gli imprenditori edili di Giulianova Andrea e Massimiliano Scarafoni (tutti finiti in carcere), il socio accomandante della Ri.Ma. Sas Sergio Antonilli, l’imprenditore edile Nello Di Giacinto, ex assessore al Comune di Giulianova, il funzionario della Asl Carmine Zippilli e il presidente di Giulianova Patrimonio Filippo Di Giambattista.
Arrestati a cui, a vario titolo, i pm Luca Sciarretta ed Andrea De Feis, titolari del fascicolo, contestano a vario titolo ed in base alle diverse posizioni accuse che vanno dalla corruzione alla tentata concussione, fino alla tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, all’abuso d’ufficio, al falso in atto pubblico e in materia edilizia e urbanistica.
“L’indagine riguarda decine di episodi di corruzione, tentata concussione abuso di potere – ha sottolineato in conferenza stampa il procuratore capo Antonio Guerriero – L’indagine nasce in seguito ad alcuni esposti, che poi sono stati supportati da denunce di vari imprenditori che dicevano che un funzionario del Comune di Giulianova, che aveva il marito titolare di un’impresa di costruzioni, se volevi quei lavori e quindi le autorizzazioni per i lavori, chiedeva delle somme di denaro o comunque di utilizzare il coniuge, che aveva un’impresa di costruzione”.
Denunce il cui contenuto, secondo quanto emerso in conferenza stampa, sarebbe stato confermato anche dalla certosina attività di intercettazione telefonica portata avanti in questi mesi:
“Le intercettazioni hanno confermato che gli imprenditori che volevano avere delle autorizzazioni da questo funzionario – ha aggiunto il Procuratore – dovevano rivolgersi all’impresa di costruzione del marito perché in questo modo le avrebbero ottenute”.
Secondo le accuse Mastropietro, nel corso degli anni, avrebbe sistematicamente asservito la propria funzione pubblica, in cambio di denaro e beni immobili per sè e il marito, agli interessi delle aziende interessate a prendere gli appalti, così come avrebbe abusato della sua funzione per cercare di indurre altre persone ad entrare in questo giro, non riuscendovi per il rifiuto opposto dai destinatari di tali proposte.
Accuse gravi, con la corruzione che avrebbe interessato affidamenti di forniture e lavori pubblici per centinaia di migliaia di euro e anche un’importante lottizzazione approvata nell’estate dello scorso anno mentre la tentata concussione e induzione indebita sarebbero invece relative a importanti operazioni immobiliari effettuate da imprenditori a Giulianova e Castellalto.
Nel corso delle indagini disposte dalla Procura di Teramo la Guardia di Finanza ha incrociato anche l’attività di un funzionario Asl, Carmine Zippilli, che, in cambio dell’installazione di un impianto di energia alternativa nella sua abitazione, aveva falsamente attestato che un’impresa aveva compiuto lavori per 215.000 euro per conto dell’azienda sanitaria, mentre effettivamente le opere effettuate erano a valore di 90.000 euro.
I lavori riguardavano la messa in sicurezza dell’ex ospedaletto in corso Porta Romana: oltre agli arresti, il gip Canosa, nella sua ordinanza ha disposto anche il sequestro preventivo di 125.000 euro nei confronti della ditta.
Sono ancora in corso le perquisizioni e, nell’inchiesta, sarebbero coinvolti in totale 25 indagati.
“L’indagine non termina qui – ha assicurato il Procuratore – Sono ancora in corso perquisizioni ed altre attività e potrebbero esserci ulteriori sviluppi”.