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Giulianova, prestiti usurai finanziati con spaccio e rapine: in aula altri testi

Giulianova, prestiti usurai finanziati con spaccio e rapine: in aula altri testi

TERAMO, 11 ottobre – Nuova udienza, questa mattina a Teramo, nell’ambito del processo relativo ad un vasto giro di spaccio e rapine con i cui proventi sarebbero stati finanziati prestiti usurai ad imprenditori strozzati dalla crisi, e che vede davanti ai giudici Giuseppe Cacciapuoti, 49enne campano, Piero Guarnieri, 39enne di Mosciano e Geanina Ionela Stefan, romena di 30 anni (quest’ultima accusata solo per alcuni episodi di spaccio), finiti a processo davanti al collegio  (presidente Alessandro Iacoboni, a latere Carla Fazzini e Francesca Avancini).

Dopo che nella scorsa udienza erano saliti sul banco degli imputati alcuni imprenditori, questa mattina è stata la volta di due co-imputati, che avevano già definito la propria posizione con riti alternativi, e che alla presenza dei loro legali hanno risposto alle domande del pm Luca Sciarretta e del collegio difensivo.

Tra questi un 34enne di Mosciano che avrebbe dovuto fare da palo alla rapina, sventata grazie alle intercettazioni, ai danni della Caripe di Tortoreto.

Il 34enne, durante la sua deposizione, ha raccontato che all’epoca era un assuntore di stupefacenti e che proprio in virtù di questa condizione aveva conosciuto Cacciapuoti. Successivamente, essendo rimasto disoccupato, avrebbe accettato di fare da palo per la rapina, che poi non fu messa a segno.

Dopo l’audizione dei testi il processo è stato rinviato al prossimo 14 febbraio.

L’inchiesta che ha portato i tre attuali imputati a processo e che a settembre dello scorso anno aveva portato anche a sette arresti, è quella relativa ad un giro di rapine e spaccio scoperto dai Carabinieri di Giulianova, giro che sarebbe servito agli imputati a procurarsi i soldi con cui poi effettuare prestiti usurai ad alcuni imprenditori che, strozzati dalla crisi, avevano bisogno di liquidità.

L’inchiesta, coordinata dal pm Luca Sciarretta, era partita da una precedente indagine denominata Ponte di Legno, in cui i militari avevano sventato un importante giro di spaccio, e aveva portato a stabilire come la mente delle rapine fosse il napoletano e a ricostruire modalità operative e identità degli autori della rapina del 16 gennaio 2012 alla Tercas di Corropoli.

Nell’indagine, oltre ai tre odierni imputati, erano state coinvolte in totale altre nove persone che hanno già definito la propria posizione con riti alternativi.

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