Giulianova, scambiava e “ripuliva” le provette, infermiere rinviato a giudizio
GIULIANOVA, 9 maggio – Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, dietro pagamento di somme di denaro, avrebbe scambiato o fatto scomparire le provette di sangue di automobilisti sorpresi alla guida sotto probabile effetto di sostanze stupefacenti, sostituendole con provette di sangue ‘pulito’. Un’accusa che questa mattina, al termine dell’udienza preliminare davanti al gup Roberto Veneziano, è costato il rinvio a giudizio all’infermiere Ludovico Domenico Delle Vergini, che all’epoca dei fatti era in servizio presso l’ospedale di Giulianova (poi sospeso del servizio), con il processo a suo carico che si aprirà il 20 settembre. Sempre per quella vicenda, il gup questo pomeriggio, ha rigettato la richiesta di patteggiamento di un automobilista teramano, Pietro Santomieri, che all’epoca avrebbe usufruito del “servizio” reso dall’infermiere, ritenendo non congrua la pena e fissando per quest’ultimo una nuova udienza. Ad entrambi la Procura contesta il concorso in corruzione, con l’infermiere che deve rispondere anche dei reati di favoreggiamento e tentato falso indotto.
A novembre dello scorso anno, nell’ambito dell’inchiesta che li vedeva indagati (titolare del fascicolo il pm Davide Rosati), entrambi erano stati raggiunti dall’ obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza.
Le indagini a carico dei due erano state avviate nel maggio del 2016 dagli agenti della polizia stradale di Giulianova ed erano partite dopo un controllo effettuato sull’automobilista indagato, risultato poi positivo alla cocaina e sottoposto al successivo prelievo ematico presso l’Ospedale Civile di Giulianova.
Ad insospettire gli agenti, alcune voci che riferivano di come l’automobilista in questione si vantasse di essere riuscito a sfuggire ai “controlli”, voci che avevano portato all’avvio di tutta una serie di indagini, condotte anche con l’ausilio delle intercettazioni telefoniche, che avevano fatto emergere forti sospetti su uno scambio di provette.
In particolare, da quanto sarebbe emerso, l’infermiere, dopo aver convinto con una scusa un amico dell’automobilista fermato a farsi effettuare un prelievo ematico, avrebbe scambiato la provetta contenente il sangue di quest’ultimo, che era ‘pulito’, con quello dell’automobilista. Uno scambio confermato dopo il sequestro, disposto dall’autorità giudiziaria, delle provette, e l’effettuazione di un tampone salivare per il confronto con i campioni di sangue prelevati.
Le successive indagini avrebbero permesso di identificare con certezza l’infermiere coinvolto e di escludere che l’amico dell’automobilista fosse a conoscenza di come sarebbe stato utilizzato il suo sangue.