Giunta D’Alfonso a rischio, l’ultimatum dei ribelli: “Dieci giorni per cambiare o ce ne andiamo”
PESCARA, 9 novembre – Brutta grana, per il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso, alla vigilia di quella che sarebbe dovuta essere la sua giornata trionfale, a spasso per l’Abruzzo insieme al premier Renzi. Questa mattina, in conferenza stampa a Pescara, gli assessori regionali Donato Di Matteo e Andrea Gerosolimo, e il presidente della commissione Sanità Mario Olivieri, hanno lanciato il loro ultimatum. “Se non si cambia entro dieci giorni – è il senso delle parole dei tre ribelli – siamo pronti ad andarcene”.
Il malcontento serpeggiava da tempo ed oggi è semplicemente deflagrato. Di Matteo, Gerosolimo e Olivieri hanno presentato una piattaforma programmatica in 10 punti, che sottoporranno all’attenzione del governatore: le tematiche principali riguardano la richiesta di collegialità nella gestione amministrativa, la ridefinizione del ruolo degli assessori, con particolare riferimento alla loro autonomia gestionale, la riduzione del numero delle società partecipate e un cambio di passo su sanità, lavoro, turismo, cultura e politiche sulla disabilità
“Entro una settimana o dieci giorni ci rivedremo – spiega Gerosolimo – e trarremo le conseguenze”.
Di Matteo è ancora più chiaro:
“Non mi si costringa a fare atti insieme ad altri, in contrasto con la mia filosofia di vita. Non vorrei che si arrivasse ad una situazione talmente grave, da costringermi ad essere incoerente. Non c’è alcuna voglia di restare a fare l’assessore continuando a soffrire, dobbiamo dimostrare di essere un governo di centrosinistra”.
Tradotto dal politichese: i tre ribelli sono pronti, pur di centrare i propri obiettivi, a votare insieme all’opposizione. E in tal senso arrivano conferme dei contatti in corso con alcuni esponenti della minoranza in Consiglio regionale. Se ciò accadese, si verrebbe a creare, di fatto, una nuova maggioranza e si aprirebbe ufficialmente una crisi di giunta. Al riguardo Gerosolimo è piuttosto esplicito:
“Uscire dalla maggioranza in assenza di riscontri alle nostre proposte? Di certo noi non siamo abituati a restare in giunta, continuando a votare e facendo finta di niente”
Anche Olivieri non nasconde la propria insofferenza.
“Questa non è un’iniziativa contro D’Alfonso, ma neanche a favore – dice il presidente della commissione Sanità -. Lui è così bravo da annullare tutti, non a caso finora si sono tenute soltanto 2 o 3 riunioni di maggioranza e io sono stato costretto ad apprendere del Piano operativo sulla sanità soltanto dai giornali”.
Il modello dell’accentramento dalfonsiano, che lascia pochi margini di manovra e scarsa visibilità agli uomini che circondano il presidente, sembra dunque alle prese con un corto circuito. Nei giorni scorsi il presidente ha provato a ricucire i rapporti, ma i sorrisi e le pacche sulle spalle, questa volta, non sembrano avere sortito effetti. Gli esiti, per il destino della giunta regionale, sono al momento imprevedibili. Non resta che attendere qualche giorno per sapere come andrà a finire.
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I tre resistenti allo strapotere dalfonsiano si sono affrettati a spiegare di non essere in cerca “di contentini e strapuntini”, ovvero che non si tratta della solita manovra finalizzata ad ottenere poltrone e nomine. Spesso in politica si dice qualcosa per affermare esattamente il contrario, ma Gerosolimo assicura:
“Un anno e mezzo fa ci fu una crisi che portò al mio ingresso nella giunta e il fatto che oggi siamo di nuovo qui è la dimostrazione che non si trattava di una crisi finalizzata ad ottenere poltrone. Ci stanno a cuore gli aspetti programmatici e in nome delle nostre convinzioni siamo anche pronti a compiere dei passi indietro”.
Ed eccoli gli aspetti programmatici, sui quali battono con forza Di Matteo, Gerosolimo e Olivieri.
“Occorre definire un programma di governo realmente riformista, attraverso una condivisione con tutti i consiglieri di maggioranza, che fino ad ora non c’è stata – attacca Di Matteo -. Negli ultimi due anni e mezzo non c’è stata la tanto attesa sburocratizzazione e non è migliorata l’efficacia dell’azione di governo”.
Nel mirino soprattutto la gestione del settore sanitario.
“Anche in questo ambito mancano partecipazione e condivisione delle scelte, non ci sono un indirizzo e un progetto sulla base dei quali effettuare gli interventi – continua Di Matteo -. I 12 milioni di euro, frutto del riequilibrio del bilancio delle Asl, sono stati sottratti all’edilizia sanitaria, così come le risorse ottenute dalle cartolarizzazioni non sono andate alla sanità”.
Sullo stesso argomento rincara la dose Olivieri, presidente della commissione Sanità:
“Sul project financing vogliamo capire dove deve arrivare il confine tra il pubblico e il privato, perchè ci sembra che si stiano regalando i nostri ospedali alla sanità privata, a discapito della sanità pubblica, nella quale nel frattempo crescono i problemi legati a liste di attesa. Alle cliniche private, dall’inizio del 2014, abbiamo dato 8 milioni di euro, un budget eccessivo. Bisogna invece destinare fondi alla sanità pubblica, alle fasce più deboli e penso in particolare alla disabilità, che non può essere lasciata a se stessa”.
Nel mirino anche il settore della cultura, troppo spesso gestito secondo logiche clientelari.
“Bisogna avere il coraggio di finanziare manifestazioni culturali che generano pil – avverte Gerosolimo – chiudendo con l’era dei finanziamenti a pioggia e con le risorse distribuite tra quelle manifestazioni sponsorizzate dalla politica”.
Di Matteo, Gerosolimo e Olivieri, infine, chiamano in causa le elezioni americane:
“La vittoria di Trump suscita delle riflessioni, bisogna capire che il mondo sta cambiando, questo risultato elettorale rompe ogni schema e deve convincerci a stare al passo con i tempi, soprattutto alla luce di una crisi economica che colpisce tutti”.
Di seguito la piattaforma programmatica presentata dai tre ribelli della maggioranza al presidente D’Alfonso: