Hotel Rigopiano, 31 chiamate a Parete senza risposta. Poi la telefonata del tragico equivoco
PESCARA, 2 febbraio – Sono da poco passate le 17.08 del 18 gennaio. Da circa 20 minuti una valanga ha travolto l’Hotel Rigopiano di Farindola. Quaranta persone sono sotto le macerie. Giampiero Parete, illeso perchè si trovava nel parcheggio, ha appena chiamato il 118 per lanciare l’allarme. Le voci iniziano a correre, si intensificano le telefonate e una serie interminabile di coincidenze sfortunate, sottovalutazioni ed equivoci rallenta l’attivazione dei soccorsi.
La centrale operativa del 118 di Pescara, ad esempio, tenta per 31 volte di contattare il numero telefonico di Giampiero Parete. Nessuna risposta, il telefono del superstite risulta irraggiungibile.
Come da prassi, infatti, la centrale operativa del 118, che registra tutti i numeri delle chiamate in entrata, tenta di ricontattare l’utenza da cui è partito l’allarme, ma in questi frangenti non c’è modo di parlare con Parete.
Anche nella prima chiamata del superstite, d’altronde, il segnale era disturbato e le comunicazioni erano state molto difficili. La chiamata era stata agganciata dal 118 di Chieti, che per competenza l’aveva inoltrata a Pescara.
La prima chiamata di Parete al 118
Altri tentativi di ricontattare Parete vengono fatti dal Centro coordinamento soccorsi della Prefettura, anche con telefoni personali. Sempre dalla Prefettura, alle 17.10, si prova a chiamare anche l’hotel, ma dall’altro capo del filo tutto tace.
La mancata risposta di Parete finisce per sminuire l’attendibilità del primo allarme lanciato e le cose finiscono per complicarsi ulteriormente intorno alle 17.40, quando un operatore della prefettura contatta il direttore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, e la conversazione dà vita ad un tragico equivoco.
Di Tommaso, infatti, in quel momento non è a Rigopiano ma a Pescara e non sa che l’hotel è stato travolto da una valanga. E’ lui a convincere le autorità che la situazione è sotto controllo, come emerge dalla trascrizione della telefonata, resa pubblica in queste ore:
Operatore prefettura: “Oh Bruno ciao, senti fammiti chiedere una cosa, tu fai il direttore su a Rigopiano ?”.
Di Tommaso: “Sono l’amministratore”.
Operatore prefettura: “Sai com’è la situazione su?”.
Di Tommaso: “Tragica. Sto rientrando a casa in questo momento”.
Operatore prefettura: “La strada è chiusa?”.
Di Tommaso: “Certo che è chiusa… ma pure Farindola”.
Operatore prefettura: “Io sto alla sala operativa della prefettura: ma tu riesci a parlare con qualcuno su?”
Di Tommaso: “No, solo whatsapp”
Operatore prefettura: “Allora vedi un pochettino, perchè abbiamo ricevuto… aspetta un attimo che ti faccio parlare direttamente col direttore… abbiamo ricevuto una telefonata un po’ strana, volevamo accertarci un attimino… Dottor Lupi dove sta? Aspetta che ti passo direttamente il dirigente, il responsabile”.
Dirigente 118: “Pronto? Sono il dottor Lupi… sono stato spesso ospite da voi, ultimamente proprio quando è successo il secondo terremoto e ho visto che la struttura è in cemento armato. Adesso abbiamo avuto una telefonata di una persona che diceva che all’hotel Rigopiano c’erano feriti per crolli, eccetera. Abbiamo una telefonata registrata alla nostra centrale operativa…”
Di Tommaso: “Ma no…chi l’ha fatta…”
Dirigente: “…attenzione, questa telefonata registrata al nostro sistema 118… non risponde poi più.. a noi il numero ci appare sempre benché ci si metta trucco, trucchetto, ‘anonimo’ eccetera… Tu hai notizia?”
Di Tommaso: “Ma certo che ho notizia, no no..”
Dirigente: “quindi tutto a posto…”
Di Tommaso: “cioè tutto a posto nel senso che…”.
Dirigente: “Benissimo, mi fa grande piacere. Tra poco a metà febbraio sarò di nuovo vostro ospite. Che devo dire? L’importante è che è sicuro che non ci sia niente”.
Di Tommaso: “No.. Io sono stato fino a mo’ in collegamento tramite whatsapp…”
Dirigente: “perfettissimo…”
Di Tommaso: “…noi abbiamo una parabola per cui il segnale Internet è garantito, io riesco a comunicare con whatsapp. Tutto qua, insomma”.
Dirigente: “Perfetto.. direttore mi da un gran sollievo.. Noi dobbiamo sempre accertarci, con l’aiuto qui del nostro amico comune. Va benissimo, grazie grazie”.
Di Tommaso: “Niente, grazie, arrivederci”