Hotel Rigopiano: folla e commozione ai funerali di Alessandro e Gabriele
PESCARA, 24 gennaio – La bandiera nerazzurra copre quasi tutta la bara: un abbraccio, l’ultimo, per Alessandro Giancaterino, la prima delle vittime della valanga che ha letteralmente sradicato l‘Hotel Rigopiano.
Portata a spalla la bara scivola lungo la strada strizzata tra due colline di neve ancora alta. Piove. Dietro ci sono i familiari del giovane maitre dell’albergo,tra cui la moglie Erika e il fratello Massimiliano. In chiesa le autorità: c’è anche il viceministro Bubbico.
E c’è anche Fabio Salzetta, il tuttofare dell’hotel Rigopiano, scampato al disastro, lui che proprio ieri sera ha saputo della morte della sorella Linda, che nell’albergo lavorava come estetista.
E’ piena la piazza di Farindola e l’affetto di tutti è per il piccolo Nicolò che, a nove anni, si trova a non avere più il papà.
“Tanta umanità è una risposta: la condivisione del dolore, l’esserci – ha detto don Andrea durante il funerale – Nostro fratello Alessandro non è perduto, è nell’amore di Dio”, ha affermato tra l’altro il sacerdote nella sua omelia.
Un saluto particolare arriva ad Alessandro anche dalla sua squadra del cuore, l’Inter, che lo ricorda sul sito ufficiale:
“Alessandro oltre ad essere un bravo padre e un ottimo professionista era anche un grande interista. A lui, alla sua famiglia e ai suoi amici va il pensiero di tutto il club e dei tifosi nerazzurri. Faceva parte di due famiglie nerazzurre: quella biologica – ricorda la società nerazzurra – e quella degli Inter Club. Con il club di Penne infatti, non appena ne aveva l’opportunità, veniva allo stadio ‘Meazza’ con il fratello (di due anni più grande) e il suo bambino (di 9 anni e mezzo). Una storia come tante, finita purtroppo nel dolore”.
E tanta, tanta gente ha voluto salutare ieri anche Gabriele D’Angelo, l’altro morto sotto la valanga. La bara del giovane è arrivata in corteo dalla sede del Comune, dove era stata allestita la camera ardente, accompagnata anche dai molti amici della quale il giovane cameriere dell’hotel era da molti anni un volontario.
Alla destra dell’altare una corona di fiori della Presidenza della Repubblica.
“I volontari della Croce Rossa si donano generosamente e pagano un prezzo, come vediamo per l’elicottero caduto” ha detto il parroco, don Venanzio.
Anche sulla bara di Gabriele un drappo, quello della Croce Rossa: la sirena di un’ambulanza ha accolto l’uscita della bara, senza riuscire a superare lo scroscio dell’applauso tributato da tutti i presenti.
“L’hotel Rigopiano ci ha fatti incontrare e ora ci ha separati, ma non per sempre” ha detto Giuly, la fidanzata del giovane, con gli occhi pieni di lacrime.