Hotel Rigopiano, i legali delle famiglie: “Altri responsabili non pensino di essersela cavata”
PESCARA, 27 aprile 2017 – Dopo che i nomi di sei persone sono stati iscritti nel registro degli indagati per il disastro dell’Hotel Rigopiano, arrivano le prime reazioni. I familiari delle vittime apprendono con soddisfazione la notizia che i massimi esponenti della Provincia di Pescara e del Comune di Farindola sono finiti sotto la lente della Procura, ma avrebbero voluto che anche altre figure fossero coinvolte nell’inchiesta.
L’avvocato Romolo Reboa, che insieme ai legali Roberta Verginelli, Maurizio Sangermano e Gabriele Germano, assiste il superstite Giampaolo Matrone e i familiari di Valentina Cicioni, Marco Tanda e Jessica Tinari, tre delle 29 vittime della tragedia avvenuta il 18 gennaio scorso a Farindola, osserva:
“Il fatto che altri soggetti, a partire da Prefettura e Regione, non siano stati iscritti nel registro degli indagati, non significa che siano estranei alla vicenda ma solo che al momento non sono stati trovati elementi tali da giustificare la loro iscrizione nel registro degli indagati. Noi adesso potremo acquisire gli atti e apportare nuovi temi di indagine, dunque chi ha responsabilità in questa vicenda non pensi di essersela cavata solo perchè non risulta ancora indagato”.
Reboa vede comunque il bicchiere mezzo pieno:
“Siamo soddisfatti perchè le nostre ipotesi, formulate alla Procura di Pescara e tendenti ad evidenziare le gravi responsabilità da parte del Comune di Farindola e della Provincia di Pescara, hanno trovato riscontro nelle indagini. E’ un fatto molto importante, perchè esiste la responsabilità penale, che è personale, ma esiste soprattutto la responsabilità civile, che chiama in causa gli enti, e a noi non interessa fare una caccia alle streghe, ma soltanto dimostrare che sono morte delle persone a causa di comportamenti non appropriati da parte di determinati enti”.
L’avvocato Roberta Verginelli riferisce le sensazioni dei familiari delle vittime:
“Abbiamo parlato con i nostri assistiti, che sono felici perchè qualcosa si sta muovendo ma sono scontenti di non aver visto tra gli indagati i nomi di altri soggetti nei confronti dei quali identificano delle responsabilità per quanto accaduto. Per le famiglie delle vittime si inizia ad intravedere una luce di giustizia e sono liete che quanto meno la magistratura stia facendo il proprio dovere. Colpisce, invce, il totale silenzio delle istituzioni, visto che nessuno si sta preoccupando delle conseguenze di quanto accaduto sulla vita dei superstiti e dei familiari delle vittime. Basti pensare al caso clamoroso del piccolo Edoardo, che ha perso i suoi genitori e che non ha visto nessuno degli enti più vicini porsi il problema di come potrà crescere il bambino e di come potrà andare avanti”.