Hotel Rigopiano, le indagini confermano: “Spazzaneve della Provincia rotto dal 7 gennaio”
PESCARA, 21 gennaio – Trovano conferma, e si arricchiscono di nuovi particolari, le rivelazioni che Stefano Di Domizio, segretario provinciale di Pescara della Cgil-Funzione Pubblica, aveva fornito ieri ad ABR24 News: il mezzo della Provincia, che nel pomeriggio di mercoledì scorso sarebbe dovuto servire per liberare la strada e consentire agli ospiti dell’Hotel Rigopiano di tornare a casa, era fuori uso.
A confermarlo sono le indagini della Procura di Pescara, che ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Sotto la lente degli inquirenti è finito un Unimog della Provincia, ovvero un camioncino polivalente che d’estate è utilizzato per tagliare l’erba e d’inverno per rimuovere la neve, che risulterebbe rotto dal 7 gennaio. Un Unimog, dunque, e non una turbina, come invece precedentemente trapelato. In ogni caso la funzione, relativa allo sgombero della neve, è la medesima. Il danno, che riguarderebbe l’impianto di trasmissione, oscillerebbe tra i 10 e i 25mila euro, soldi che la Provincia non ha a bilancio e che dunque non è in grado di spendere.
Inoltre nelle ultime ore è emerso che alle 14 del 18 gennaio, poche ore prima che la valanga travolgesse l’Hotel, la sorella del proprietario della struttura, Roberto Del Rosso, avrebbe avuto un colloquio in Provincia con il presidente Antonio Di Marco. In quell’occasione la donna avrebbe chiesto alla Provincia – hanno riferito fonti presenti all’incontro – se fosse in programma la pulizia della strada e quali fossero i tempi d’intervento previsti, alla luce del fatto che c’era della gente bloccata. Non ci sarebbe stata alcuna richiesta pressante e la donna sarebbe stata informata che era nelle intenzioni della Provincia effettuare la pulizia della strada al più tardi in serata. Questo spiega perchè i clienti dell’hotel a quel punto, siamo dopo le 14, dopo essersi incolonnati nelle macchine siano rientrati in albergo, lasciando i bagagli nelle auto. La notizia che lo spazzaneve non sarebbe arrivato alle due, infatti, l’avrebbero ricevuta in quel momento, poche ore prima della valanga.
“Qui non si tratta di individuare soggetti, perché finora l’indagine è veramente contro ignoti – ha detto il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini, che coordina le indagini – ma di capire di che stiamo parlando al fine di individuare chi è il soggetto. Do per assodato che l’hotel sia stato costruito in una zona a rischio valanga, pur in presenza di tutte le autorizzazioni urbanistiche, ambientali o edilizie in regola. Quindi voglio sapere come viene gestito questo rischio, come viene monitorato il rischio e che provvedimenti sono stati presi. Non è detto che il soggetto interessato sia solo l’eventuale proprietario, ma anche chi ha in carico le gestioni del rischio ambientale”.
Le indagini si muovono dunque su più fronti e dovranno fornire gli elementi utili a comprendere cosa sia stato fatto in quelle ore e cosa si sarebbe potuto o dovuto fare.