Hotel Rigopiano, proseguono gli interrogatori: Honorati, Di Blasio e Chiappino in procura
PESCARA, 13 dicembre – Altra giornata di interrogatori, nell’ambito dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano, al quinto piano del Palazzo di Giustizia di Pescara. Questa mattina sono sfilati alcuni degli indagati coinvolti nel filone dell’inchiesta che chiama in causa le responsabilità di esponenti della Provincia. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Giulio Honorati, comandante della Polizia provinciale, e Tino Chiappino, tecnico reperibile secondo il Piano di reperibilità provinciale. Il primo, tuttavia, ha presentato una memoria difensiva tramite i suoi legali. Ha risposto invece ai giudici, nel corso di un interrogatorio durato 2 ore e mezza, Mauro Di Blasio, responsabile del settore Viabilità della Provincia.
Le tre persone ascoltate questa mattina, insieme al presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, e al dirigente del settore Viabilità e referente di protezione civile della Provincia, Paolo D’Incecco, sono indagate per omicidio colposo e lesioni plurime colpose. In particolare ai cinque viene contestato che nessuno adottò le necessarie misure affinché, nell’ambito delle procedure del piano di reperibilità, si attivasse la fase di attenzione e, a seguire, di preallarme e infine di allarme. Agli stessi indagati viene contestata anche la mancata attivazione della sala operativa di Protezione civile e la doverosa ricognizione dei mezzi spazzaneve, con la chiusura al traffico del tratto di strada della Provinciale 8 che da Farindola risale fino a Rigopiano.
Così l’avvocato Gino Placido Pelliccia, legale di Mauro Di Blasio, al termine dell’interrogatorio del suo assistito:
“Di Blasio ha chiarito quello che cosa doveva fare e cosa ha fatto effettivamente, ovvero ha spiegato che è stato tutta la notte sul territorio a prestare assistenza alla popolazione. Abbiamo chiarito le nostre funzioni, i nostri compiti e quello che dovevamo fare, e noi diciamo che l’abbiamo fatto”.
Queste invece le parole dell’avvocato Vincenzo Di Girolamo, che insieme a Marco Pellegrini assiste Giulio Honorati:
“Abbiamo presentato una memoria difensiva, anche Honorati formalmente si è avvalso della facoltà di non rispondere. A grandi linee il contenuto della memoria depositata oggi dimostra che le funzioni di protezione civile, almeno dalla fine del 2016, non erano più in capo alla Polizia provinciale, e che il mezzo di cui Honorati avrebbe omesso la ricognizione funzionale e dunque l’individuazione del mal funzionamento, non faceva parte del parco macchine della Polizia provinciale, ma di quello del settore amministrativo, con la conseguenza che non era in capo alla Polizia provinciale o al comandante della Polizia provinciale il compito di farne la manutenzione, la ricognizione e gli altri adempimenti funzionali a renderlo efficiente”.
Per il pomeriggio erano previsti anche gli interrogatori di Antonio Di Marco e Paolo D’Incecco, ma entrambi – tramite i propri legali – hanno presentato istanza per chiedere un differimento, al fine di approfondire le carte.