I docenti protestano contro la mobilità ‘forzata’, a Pescara flash mob dei Nastrini Rossi /FOTO-VIDEO
PESCARA, 27 dicembre – La riforma sulla Buona scuola riprodotta in piazza, a Pescara, in tutte le sue fasi, anche la ‘B’ e la ‘C’, le “due fasi più disgraziate”, in un flash mob promosso dai docenti del movimento dei Nastrini Rossi, contrari alla “mobilità obbligatoria” imposta dalla legge 107. L’iniziativa, che si è svolta contemporaneamente in altre tre città, è stata organizzata anche in Abruzzo dal movimento spontaneo di insegnanti trasferiti forzatamente dal Sud al Nord. Un centinaio i docenti che hanno preso parte alla manifestazione, in piazza della Rinascita.
Hanno concluso il flash mob una serie di striscioni che, insieme, componevano la frase “Tutti i docenti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Perché?”. Poi dei palloncini rossi sono stati liberati in cielo.
L’iniziativa era finalizzata a protestare contro la “mobilità forzata imposta dalla ‘Buona scuola’ agli insegnanti stabilizzati con cattedre al Nord”.
“Chiediamo parità di diritti tra gli insegnanti – affermano i promotori dell’iniziativa – Noi siamo stati discriminati, siamo l’unico gruppo costretto alla mobilità. Le nostre sedi sono tutte al Nord e saremo bloccati lì per tre anni, quando qui, magari, abbiamo una famiglia e un mutuo da pagare. Siamo persone con un’età media di 40 anni e dieci anni di precariato alle spalle. Si parla di modificare la 107: lo si faccia partendo dalle nostre esigenze, perché la parità dei diritti è venuta meno. Parità di trattamento vuol dire mobilità volontaria”.