Il “Panic-Selling”: paura e delirio sui mercati finanziari
PESCARA, 24 agosto – Il panico è un fortissimo sentimento di ansia o paura, che spesso fa agire senza, una situazione interna alterata in cui le persone sono colpite da un forte sentimento di ansia.
Il panic selling in inglese significa vendita da panico ed è un fenomeno abbastanza comune nel mercato azionario; quando gli investitori hanno paura per qualche evento catastrofico in arrivo o che stanno vivendo, iniziano a vendere i titoli che possiedono in maniera irrazionale, facendosi guidare interamente da quella sensazione di panico.
La vendita da panico si verifica quando il valore intrinseco di un asset scende rapidamente di un volume importante, questo accade spesso quando qualche evento costringe un gran numero di investitori a rivalutare il prezzo di un titolo, di conseguenza questi, spinti dalla paura di grandi ipotetiche perdite, vendono le azioni senza neanche la certezza di una vera e propria conseguenza diretta dell’evento sul settore di mercato in cui stanno investendo.
In realtà, l’intero processo crea un’enorme opportunità per i trader più esperti e furbi; gli investitori pazienti che avviano posizioni lunghe in borsa senza il timore che il titolo scenda troppo, possono potenzialmente trarre grandi profitti dalla risalita del trend in relazione all’assunzione della posizione lunga dopo il fenomeno del panic selling.
Soprattutto se l’evento che genera il panico era di natura non materiale o speculativa come una semplice analisi di mercato il trader ha buone possibilità che il trend risalga dopo il “Panico”.
Comportamento dell’investitore
Quando si tratta di soldi e di investimenti azionari, le persone non sempre razionali come poi si dimostrano ad esempio nel ragionare delle strategie di investimento efficaci, infatti, durante il panic selling, molti investitori, troppo presi dalle emozioni, buttano al vento strategie intelligenti create in anni di informazione storica del trend e di analisi tecniche.
Il fatto che tutti si facciano prendere da questo fenomeno, il più delle volte ingiustificato, fa crollare ancora di più le quotazioni, innescando ancora più ansia negli investitori che guardano quei titoli come una patata bollente da cui liberarsi a qualsiasi prezzo.
La psicologia che sta dietro al panic selling corrisponde al modo in cui gli investitori cercano di razionalizzare la loro decisione di vendere, non appena i mercati scendono, è sicuro che un certo numero di investitori venderà il proprio investimento per cercare di limitare le perdite.
Durante i ribassi dei mercati, in realtà, vendere, può rendere quelle ipotetiche perdite reali, se si resta calmi e si resiste all’irrazionale bisogno di vendere, le perdite rimarranno ipotetiche e quel temporaneo ribasso del mercato lentamente si ristabilizzerà.
Infatti, se i mercati risalgono, si potranno vendere i titoli ad un prezzo più vantaggioso e alla fine ritrovarsi con un sano profitto; il più delle volte però, la paura è più grande della razionalità e di conseguenza gli investitori seguiranno la massa, ritrovandosi a premere il pulsante “vendi” senza neanche darsi la possibilità di capire se si tratta di una decisione senza criteri quantomeno logici.
Pertanto, non si dovrebbe essere influenzati da questi eventi a cambiare strategia d’investimento,a meno che i presupposti su cui si basava la strategia in questione siano cambiati.
Se si sta attraversando un incrocio e si vuole sapere se è sicuro, spesso basta guardare il semaforo.
Se è verde, è sicuro. Se è rosso, il giro può essere eccitante, ma è troppo pericoloso per rischiare di attraversare.
Per molti investitori oggi il mercato sembra troppo, troppo pericoloso, quindi, invece di comprare, decidono di vendere; mentre l’automobilista sa che è sicuro attraversare l’incrocio quando vede il semaforo emettere luce verde, l’azionista non sa mai se è sicuro investire.
Il rischio spesso è stressante e porta a dimenticarsi che dalla propria parte si ha un grande bagaglio di esperienza e una strategia vincente.