Abodi striglia il Comune di Pescara: “Restare prigionieri delle rivalità è segno di debolezza”
PESCARA, 19 novembre – Il giorno dopo la marcia indietro dell’amministrazione di Pescara (leggi qui), che ieri ha revocato la propria disponibilità a far disputare allo stadio Adriatico la gara del campionato cadetto Ascoli-Perugia, il presidente della lega di serie B Andrea Abodi bacchetta i Comuni di Pescara e San Benedetto del Tronto. “Si è persa una grande opportunità per applicare nelle scelte quella umanità che predichiamo molto spesso a parole nei confronti delle comunità in difficoltà – ha detto Abodi, raggiunto telefonicamente da Abr24 -. La solidarietà va dimostrata con i fatti e implica anche la rinuncia a qualcosa “.
Lo stadio Del Duca di Ascoli non è agibile a causa delle scosse di terremoto che hanno colpito le Marche nell’ottobre scorso. L’amministrazione pescarese, dopo avere offerto una disponibilità di massima 48 ore prima della gara, è tornata sui suoi passi il giorno successivo: ufficialmente a causa di eventi concomitanti e problemi organizzativi. In realtà sembra avere esercitato un’influenza decisiva il comunicato diramato dai tifosi di casa, che avevano espresso tutto il loro disappunto in merito alla decisione di far giocare a Pescara la partita tra due squadre rivali, mentre i loro beniamini erano impegnati nella trasferta di Torino. Anche Abodi sembra leggerla allo stesso modo:
“Restare prigionieri delle rivalità è un segno di grande debolezza. I cittadini si aspettano dalle classi dirigenti dei comportamenti che contribuiscano a farci andare avanti e che non ci tengano prigionieri del passato”.
Il presidente della lega di B ricostruisce l’accaduto:
“La società del Pescara ci aveva dato subito la propria disponibilità e anche l’amministrazione della città adriatica ci aveva offerto una disponibilità informale, rispetto alla quale ci siamo basati, anche perchè eravamo a 48 ore dalla partita. Poi c’è stata la marcia indietro: so che c’è stato un comunicato dei tifosi del Pescara e so che c’erano dei problemi organizzativi legati a disagi per le attività commerciali. Ad ogni modo, come ho già detto, si sarebbero potuti superare questi piccoli disagi, anche perchè il messaggio di solidarietà che sarebbe stato lanciato sarebbe stato molto più potente ed edificante”.
Abodi, ad ogni modo, tiene a precisare che i rapporti con l’amministrazione pescarese restano buoni:
“Prendiamo atto con rispetto della decisione del Comune di Pescara, anche perchè ogni amministrazione è libera di agire come crede. Peraltro siamo legati da ottimi rapporti con l’amministrazione di Pescara, con la quale stiamo collaborando sull’iter per la realizzazione del nuovo stadio”.
Oltre a Pescara, anche San Bendetto del Tronto ha negato la propria ospitalità all’Ascoli. La partita, quindi, si giocherà domani a porte chiuse nella città marchigiana.
“Sarò presente allo stadio Del Duca – fa sapere Abodi – per esprimere la mia vicinanza alla società marchigiana e all’intera comunità di Ascoli”.
Aggiornamento !
Nel pomeriggio è arrivata la replica del Comune di Pescara, affidata ad una nota firmata dal sindaco Marco Alessandrini, dal vice Enzo Del Vecchio e dall’assessore allo Sport Giuliano Diodati:
“Pescara era e resta una città accogliente. Anche sotto il profilo sportivo e calcistico è stato ed è così: questo il presidente Abodi lo sa bene, sia perché grazie ai rapporti di piena collaborazione conosce altrettanto bene la nostra città, la collocazione e situazione dello stadio e le difficoltà di organizzare una partita come Ascoli-Perugia in meno delle 48 ore previste per una partita a rischio, in una zona dove erano stati per tempo programmati eventi e attività istituzionali”.
L’amministrazione pescarese, inoltre, sottolinea che sarebbe stata disponibilità ad ospitare la partita a porte chiuse:
“Da parte del Comune, così come non è mai stata data la disponibilità salvo verificarla, non è mai stata nemmeno negata la possibilità di svolgere l’incontro a porte chiuse. Per queste ragioni risulta davvero incomprensibile il tono preso dalla vicenda e le polemiche che la stessa Lega ha sollevato a mezzo stampa quando abbiamo manifestato il nostro diniego, cosa accaduta poche ore dopo la richiesta e non a 24 ore dall’incontro, come qualcuno afferma”.
Gli esponenti della giunta Alessandrini smentiscono con forza che la decisione abbia risentito dei condizionamenti esercitati dalla tifoseria biancazzurra.
“Non esiste alcun tipo di condizionamento da parte delle tifoserie, anche perché la richiesta ci è giunta giovedì pomeriggio e le tifoserie si sono espresse quando l’avevamo già declinata: alle 13 ce lo hanno chiesto e alle 20 abbiamo detto che non era possibile farla a porte aperte perché troppe erano le controindicazioni logistiche e sulla sicurezza, nonché gli eventi previsti nell’area. Non solo ai vertici della Lega abbiamo risposto da subito che avremmo dovuto verificare la fattibilità della cosa, perché è impensabile che si possa disporre di una struttura che non appartiene a noi, ma alla città, né che si possa pretendere di condizionare la vita e i programmi di un’area vasta, densamente abitata e piena di attività commerciali e strutture culturali, a meno di 48 ore dal verificarsi di un evento che ne avrebbe richiesto la blindatura”.