Il rapporto semestrale Confindustria-Cresa: “Abruzzo in ripresa, ma c’è ancora molto da fare”
PESCARA, 15 dicembre – Il sistema manifatturiero abruzzese mostra di essere in fase lievemente crescente, con risultati sul mercato interno migliori di quelli sull’estero. Per le imprese abruzzesi, però, permane in generale la difficoltà ad essere supportate nella crescita con adeguati progetti che permettano di cogliere pienamente i segnali di ripresa che si registrano. E’ quanto emerge dal “Rapporto sull’andamento del manifatturiero abruzzese nel primo semestre 2017”, curato da Confindustria e Cresa.
I risultati dell’indagine, per la prima volta curata insieme dall’associazione degli industriali e dal Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali delle Camere di Commercio abruzzesi con il supporto di Bper, sono stati presentati stamani a Pescara, nella sede di Confindustria.
Presenti, tra gli altri, il presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone, il presidente del Cresa, Roberto di Vincenzo, il vicepresidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, il direttore territoriale Bper, Guido Serafini, e l’economista Pino Mauro.
I DATI DEL RAPPORTO SEMESTRALE
Se il manifatturiero nel complesso è in fase crescente, con risultati sul mercato interno migliori di quelli esteri e aumenti tendenziali assai più contenuti di quelli congiunturali, deboli sono gli incrementi su base annua, con diffuse variazioni positive ma inferiori all’1%. La produzione, a fronte di una aumento medio nazionale del +2,2%, si ferma ad un +0,7%. Moderatamente positivo, tranne che sotto il profilo dell’occupazione (+0,1%), il clima di opinione riguardo l’andamento nella seconda metà dell’anno dei principali indicatori.
Dall’indagine emerge quindi che se sono deboli i segni di crescita tendenziale, migliore è l’andamento congiunturale, con incrementi di produzione e fatturato totale intorno al 3%, degli ordini interni del 2,4%, dell’occupazione dell’1,2%, del fatturato estero e delle commesse internazionali dello 0,7%.
Relativamente alla dimensione d’impresa, non si può non rimarcare innanzitutto l’incremento tendenziale dei livelli occupazionali delle sole piccole imprese (+0,5%), mentre sono le medie imprese, grazie al traino delle chimico-farmaceutiche, a mettere a segno nel complesso i migliori risultati con una crescita strutturale di produzione, fatturato e ordini interni ampiamente superiore al 3%; qualche criticità riguarda l’andamento dell’occupazione. Le grandi imprese mettono a segno risultati positivi tra l’1% e il 3% su base semestrale e inferiori all’1% su base annua e confermano una capacità di competere sui mercati internazionali migliore delle piccole e medie industrie.
LA SITUAZIONE SUL TERRITORIO
A livello provinciale è Chieti a mostrare le migliori performance su base semestrale ed annua degli indicatori di competitività internazionale e dei livelli occupazionali, Pescara le peggiori con un decremento dell’occupazione tendenziale del 2,6%. L’Aquila mantiene produzione, fatturato, export e ordini internazionali sostanzialmente invariati rispetto al primo semestre 2016 e vede lievi contrazioni (-0,7%) delle commesse interne e dell’occupazione. Teramo mette a segno i migliori incrementi tendenziali di produzione, fatturato e ordini interni; Stazionari gli altri indicatori su base annua. Il clima di opinione è sostanzialmente positivo con aspettative a sei mesi di incrementi che prevalgono sulle previsioni di contrazioni per produzione, fatturato e ordini e qualche perplessità per quanto riguarda l’occupazione.
CONFINDUSTRIA: LA POLITICA FACCIA SCELTE RAPIDE
“I decisori politici devono compiere scelte rapide ed efficaci che consentano di superare definitivamente la debolezza strutturale che ancora caratterizza il sistema economico locale”, afferma Confindustria Abruzzo nelle conclusioni del Rapporto.
“Si riconosce la validità delle iniziative nazionali e locali, come la carta di Pescara – dicono gli industriali – ma esse devono essere supportate da interventi volti a mettere sul campo tutte le risorse finanziarie spendibili a favore del sistema produttivo, quali quelle destinate al credito alle Pmi e all’innovazione e anche quelli derivanti dalla possibilità di allungare il pagamento del debito sanitario dell’Abruzzo. Si conferma inoltre la necessità ormai impellente di interventi decisivi anche sul fronte della digitalizzazione per adeguare l’impianto istituzionale e amministrativo”.
I risultati dell’indagine evidenziano anche “l’elevato numero di imprese che non conoscono il modello produttivo Industria 4.0 e quindi le opportunità che esso può garantire in termini di miglioramento della competitività, risparmi di costi e incrementi di fatturato. Il quadro evidenzia però anche potenzialità future di sviluppo, soprattutto se le aziende saranno accompagnate da interventi a sostegno della loro conoscenza del fenomeno”.
BALLONE: SI VA VERSO LA RIPRESA, MA C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE
IL presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone, parla di “dati confortanti che vanno nella direzione di una ripresa, in linea con quelli nazionali e quindi europei”, ma sottolinea che “in Abruzzo c’è da fare ancora molto, perché per agganciare ulteriormente la ripresa bisogna che ci sia una pubblica amministrazione che recepisca le esigenze delle imprese, che abbandoni in qualche modo la cultura antimpresa che continua a imperversare, una pubblica amministrazione 4.0”.
“Siamo lanciati come imprese nell’evoluzione di questo nuovo paradigma produttivo che è costituito dall’industria 4.0 – dice il leader degli industriali abruzzesi – ma per tenere le velocità di questo novo schema operativo bisogna che ci siano risposte concrete anche da parte della pubblica amministrazione”.
Liquidità, crescita del lavoro, digitalizzazione, miglioramento della rete strutturale materiale e immateriale, sistema formativo, fiscalità: Ballone illustra le priorità e sottolinea la necessità di “dare maggiore competitività al territorio e alle imprese che vi operano”.
L’ECONOMISTA MAURO: ABRUZZO A DUE VELOCITA’, MA FUORI DA RECESSIONE
“Ripresa dell’occupazione nel terzo trimestre del 2017, ripresa del Pil rispetto al 2016, andamento delle imprese per quanto riguarda il fatturato e le prospettive dell’economia nel corso di quest’anno”: secondo l’economista Pino Mauro, analizzando questi segmenti, “possiamo individuare che siamo usciti dalla recessione e questo ormai è un dato comune a tutta l’Italia, anche se permangono alcune differenze sostanziali tra grandi imprese e piccole e medie imprese”.
Sottolineando che le Pmi “hanno difficoltà, perché la domanda interna, quella che riattiva i consumi, ancora stenta a recuperare completamente”, Mauro si sofferma anche sul concetto di Industria 4.0, “espressione più dinamica dell’economia”, processo innovativo che “anche la pubblica amministrazione deve agevolare”. Secondo l’economista, però, il fenomeno “coinvolge un segmento particolare di imprese: c’è un tessuto produttivo ancora più ampio che ha problemi riguardanti il rapporto con il sistema bancario o in materia di credito d’imposta; le Pmi – conclude Mauro – sono coinvolte in problematiche perché sono state in sofferenza per molti anni”.
CONFINDUSTRIA E CRESA, PER LA PRIMA VOLTA INSIEME
“Dopo 38 anni della nostra indagine semestrale – ricorda il presidente di Confindustria – in questa occasione presentiamo per la prima volta il rapporto unitamente al Cresa, con cui abbiamo fatto un accordo”.
“Continueremo con Confindustria a realizzare questo rapporto – afferma Di Vincenzo – e stiamo lavorando con altre associazioni per estenderlo anche al commercio, all’artigianato e all’agricoltura”.