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Il Wwf in campo per la tutela dell’orso bruno marsicano: “Specie a rischio sopravvivenza”

Il Wwf in campo per la tutela dell’orso bruno marsicano: “Specie a rischio sopravvivenza”

PESCARA, 10 dicembre – “Il reale rischio di compromettere la sopravvivenza dell’orso bruno marsicano deve spingere le istituzioni, in base al principio di precauzione, a mettere in opera ogni intervento possibile”. Il Wwf si mobilita per la tutela degli orsi, auspicando che il “Patto per l’orso marsicano (Patom) venga messo in pratica” e ribadendo la necessità di convocare gli Stati generali dell’Orso che “ai massimi livelli istituzionali, fissino una road map di interventi a breve, medio e lungo termine per assicurare la conservazione” della specie nell’Appennino centrale.

Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza stampa nella sede della Regione Abruzzo, a Pescara, presenti il vicepresidente del Wwf Italia, Dante Caserta, il delegato regionale dell’associazione, Luciano Di Tizio, e il sottosegretario alla presidenza di Regione con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca, che hanno illustrato le più recenti iniziative dopo che il 15 novembre scorso un orso e i suoi due cuccioli sono stati trovati annegati in una vasca per la raccolta dell’acqua piovana a Villavallelonga, nella zona di protezione esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.

Proprio su quella vicenda, lo scorso 5 dicembre, il Wwf ha presentato un dettagliato esposto alla Procura di Avezzano, in cui l’associazione annuncia la volontà di costituirsi parte civile nel caso in cui si arrivi ad un procedimento. Gli ambientalisti, dopo la prima azione di messa in sicurezza, sottolineano che la protezione installata non è “né definitiva, né sufficiente” e si dicono disponibili a collaborare, “anche economicamente”.

Stamani, inoltre, è partita una lettera dell’associazione indirizzata a tutte le Prefetture nei cui territori di competenza ricade l’areale dell’orso bruno marsicano, ai Parchi nazionali, a quelli regionali, alle Riserve naturali, all’autorità di gestione del Patom, alle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria e al ministero dell’Ambiente. Nella missiva si chiede se “gli enti siano a conoscenza di ulteriori situazioni simili” a quelle di Villavallelonga e se “è stato predisposto un elenco di tutte le realtà potenzialmente pericolose presenti nell’areale dell’orso al fine di predisporre i necessari interventi e i successivi monitoraggi”.

Ricordando i controlli eseguiti nei territori di sua competenza dal personale delle Oasi Wwf, l’associazione sottolinea che “la tutela dei circa 50 esemplari di orso bruno marsicano sopravvissuti richiede scelte decise e coraggiose, azioni concrete che non possono essere vanificate dallo sviluppo di impianti sciistici o dagli interessi dei gestori delle aziende faunistico-venatorie del versante laziale del Parco o, peggio, dal non spendere mille euro per chiudere una vasca”.

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