Il Wwf: “La legge c’è, i fondi no. E per i danni procurati dagli orsi i risarcimenti non arrivano”
L’AQUILA, 2 novembre – La legge è stata approvata nello scorso mese di giugno ed è uno strumento attraverso cui la Regione dovrebbe destinare fondi per il pagamento dei danni causati dall’Orso alle attività rurali dell’Abruzzo, così da scongiurare eventuali conflitti tra attività umane e presenza del plantigrado. A quasi sei mesi dall’approvazione, però, non sono stati predisposti gli atti propedeutici all’applicazione concreta e i soldi di fatto ancora non ci sono. E parliamo di 30.000 euro, non di un tesoro.
Pochi soldi, rileva in un documento il Wwf, che comunque possono essere utili per dare un indennizzo a coloro che subiranno danni da parte di orsi al di fuori dai parchi (all’interno, infatti, sono i parchi a pagare). Per arginare i danni continuano ad essere fondamentali l’impegno delle associazioni locali come “Salviamo l’Orso” o “Dalla parte dell’Orso” o i finanziamenti europei come quelli del Life Orso che hanno consentito al Wwf di distribuire quasi duecento recinti elettrificati.
L’Assessore Pepe ha assicurato l’altro ieri che presto la legge diventerà operativa, e l’associazione ambientalista si augura che la promessa si avveri.
Ma non ci sono segnali positivi:
“Siamo molto preoccupati – dichiara Luciano Di Tizio, delegato WWF Abruzzo. – Anche a causa di situazioni di stallo come questa si sono registrate la settimana scorsa le dimissioni del rappresentante della Regione Abruzzo nel Patom (Patto per la tutela dell’Orso bruno marsicano). Si tratta di dimissioni pesanti perché motivate proprio dall’immobilismo rispetto alle cose da fare”.
E da questo nasce la preoccupazione:
“Da anni non solo il Wwf ma tutto il mondo scientifico è concorde nell’evidenziare al mondo politico che la tutela dell’Orso bruno marsicano impone scelte immediate e non contraddittorie. Non si dovrebbe perdere neppure un giorno per assicurare la salvezza di questo splendido animale, così come è necessario abbandonare ogni intervento che possa compromettere l’areale nel quale trova alimenti e rifugi. Agli importanti strumenti di pianificazione – come quelli firmati due giorni fa a Pescasseroli – devono seguire azioni concrete. E questo spesso non accade”.