SULMONA, 29 agosto 2017 – Trovati due inneschi che nella giornata di ieri hanno provocato il rianimarsi delle fiamme sul monte Morrone. Il rinvenimento è stato effettuato dai Vigili del fuoco. Complessivamente, ad una settimana dall’inizio del rogo, sono dieci gli inneschi recuperati.

Uno dei due inneschi rinvenuti nelle ultime ore, sarebbe partito ieri sera alle spalle della linea tagliafuoco realizzata nel territorio di Pratola Peligna. Una circostanza che ha indotto il procuratore della Repubblica Giuseppe Bellelli a intensificare le indagini, con l’obiettivo di assicurare alla giustizia i responsabili del disastro ambientale.

Ieri Bellelli è tornato sul Morrone a distanza di una settimana, svolgendo un sopralluogo insieme ai carabinieri forestali e ai vigili del fuoco, proprio ai piedi dell’eremo di Celestino V, dove ieri è ripartito l’incendio che, sospinto dal vento, è arrivato a lambire le case delle frazioni pedemontane.

In totale, fino a questo momento, sono stati trovati dieci inneschi: ai quattro inneschi rinvenuti sul Morrone, già refertati e sottoposti ad accurate analisi da parte dei carabinieri forestali, si aggiungono quelli recuperati sul versante di Prezza.

In merito ai primi roghi appiccati sul Morrone una settimana fa, sono stati già ascoltati cinque testimoni: persone informate dei fatti, che ben conoscono la montagna. Nessuna pista viene tralasciata, mentre si combatte contro il tempo, per impedire al piromane – o ai piromani – di nuocere ancora.  Il procuratore Bellelli è comunque convinto che dietro gli incendi si nasconda un’unica mano.

Intanto sono riprese da questa mattina le operazioni di spegnimento dell’incendio. Sul fronte del fuoco sono impegnati oltre 100 uomini, tra alpini dell’esercito, vigili del fuoco e volontari della protezione civile, mentre dal cielo operano due canadair e due elicotteri, in attesa che arrivino quelli dalla Francia annunciati dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso.