Inchiesta Parco del Lavino, indagato sospeso da esercizio professione. Respinta l’altra richiesta
PESCARA, 23 giugno – Nuovi sviluppi nell’inchiesta sull’appalto da 3,5 milioni di euro per la realizzazione del Parco del Lavino a Lettomanoppello, inserito tra i 77 progetti del Masterplan e che secondo l’ipotesi accusatoria sarebbe stato oggetto di una vera e propria spartizione. Il gip Gianluca Sarandrea ha accolto la richiesta di interdizione temporanea dall’esercizio della professione per Gianluca Marcantonio, architetto di uno studio professionale con sede a Montesilvano. Respinta, invece, la richiesta di interdizione temporanea dai pubblici uffici nei confronti di Paolo D’Incecco, dirigente del settore Lavori pubblici della Provincia di Pescara.
Il gip ha respinto la richiesta di interdizione per D’Incecco, avanzata dal pm Anna Rita Mantini, poiché, pur riconoscendo la fondatezza del quadro indiziario, ha ritenuto che lavorando attualmente D’Incecco per il Comune di Pescara e non più per la Provincia, non sussista il pericolo di reiterazione reato. Ha invece applicato sei mesi di sospensione dall’esercizio professionale nei confronti di Marcantonio.
L’inchiesta della Procura pescarese, condotta dalla squadra mobile della città adriatica, conta complessivamente nove indagati: oltre a D’Incecco e Marcantonio, figurano tra gli indagati il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, i collaboratori di Marcantonio, Giovanni Ciccone e Mauro Zaccagnini, il presidente della giunta regionale Luciano D’Alfonso, l’architetto ed ex assessore provinciale Enrico Di Paolo, l’ingegnere Tino Di Pietrantonio e il collaboratore del governatore nell’ufficio di presidenza regionale Fabio Ferrante. Le accuse, a vario titolo, sono di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione e falso ideologico in atto pubblico.