Indagini sul sistema Gran Sasso: il presidente dell’Infn sarà ascoltato dai magistrati
TERAMO, 23 ottobre – Ha chiesto di essere sentito dai magistrati , nell’ambito dell’inchiesta per inquinamento ambientale sul sistema Gran Sasso, il presidente dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare Fernando Ferroni, che a fine mese sarà a Teramo, accompagnato dal suo legale (l’avvocato Nicola Pisani), per chiarire la sua posizione e quella dei laboratori.Ferroni è infatti uno dei dieci indagati nel fascicolo aperto dalla Procura di Teramo dopo i vari sversamenti registrati nel tempo, fascicolo affidato ad un pool di tre magistrati (i sostituti Davide Rosati, Greta Aloisi e Stefano Giovagnoni) e coordinati dal procuratore Antonio Guerriero.
Nell’inchiesta, che avrebbe messo in luce diverse criticità che esporrebbero ad un costante rischio di inquinamento in caso di incidente sia nei laboratori che all’interno delle gallerie autostradali, oltre a Ferroni sono indagati anche il direttore dei Laboratori Stefano Ragazzi, il responsabile del servizio ambiente dei Laboratori Raffaele Adinolfi Falcone, il responsabile della divisione tecnica dei Laboratori Dino Franciotti, il presidente di Strada dei Parchi Lelio Scopa, l’amministratore delegato di Strada dei Parchi Cesare Ramadori, il direttore generale di Strada dei Parchi Igino Lai, il presidente della Ruzzo Reti Antonio Forlini, il responsabile dell’Unità operativa di esercizio della Ruzzo reti Ezio Napolitani e il responsabile del servizio acquedotto della Ruzzo Reti Maurizio Faragalli.
Per la Procura, infatti, tutti, come si legge nel capo di imputazione, “ciascuno tenendo nei rispettivi ambiti di competenza” determinate condotte colpose, “abusivamente cagionavano o non impedivano ed, in ogni caso contribuivano a cagionare o a non impedire un permanente pericolo di inquinamento ambientale e, segnatamente, il pericolo di compromissione o deterioramento significativo e misurabile delle acque sotterranee del massiccio del Gran Sasso”.