Inferno ad alta quota sul Morrone, a Sulmona scavate trincee per salvare le case / FOTO
SULMONA, 21 agosto 2017 – Il monte Morrone è ridotto ad un deserto di cenere. La devastazione, generata dall’incendio sviluppatosi a partire da ieri pomeriggio, è proseguita per tutta la notte. Praticamente certa la mano di un piromane. Intanto infuriano le polemiche per l’esiguità dei mezzi inviati per il soccorso e per l’assenza di prevenzione in una zona che già da alcuni giorni era stata presa di mira.
Il nuovo innesco è partito ieri pomeriggio alle Marane di Sulmona. Altri focolai, quasi certamente di origine dolosa, nelle ore precedenti si erano sviluppati a Passo San Leonardo e sul Monte Mileto. Il vento e il caldo hanno favorito il rapido estendersi delle fiamme, che già in serata si erano pericolosamente spostate verso valle, arrivando a lambire le prime case arroccate sulle pendici della montagna cara a Celestino V.
Il fuoco è avanzato pericolosamente verso le frazioni delle Marane e di Fonte d’Amore, e per evitare che le fiamme inghiottissero le case, i Vigili del fuoco hanno creato un allineamento di autobotti in prossimità delle prime abitazioni, in modo da creare uno sbarramento al fuoco. Sono stati scavati dei solchi con i trattori, dando vita ad una trincea di taglio, che per il momento sembra avere messo in salvo le abitazioni. Ora si lavora per domare la parte alta dell’incendio e scongiurare eventuali riprese di focolai.
Intanto i carabinieri forestali indagano per accertare le cause del rogo sul Monte Morrone. E’ stato individuato il punto d’innesco, proprio ai piedi della montagna verso valle e gli inquirenti sono convinti che si tratti di un atto doloso. Appena sarà pronta l’informativa dei militari, verrà messa al corrente la magistratura locale per l’eventuale apertura di un’inchiesta.
Al momento risultano distrutti circa 40 ettari di pineta. A rischio anche l’Eremo di San Pietro, la piccola chiesetta in cima al Monte Morrone, dove papa Celestino V andava a pregare quando ancora era eremita. Si teme inoltre che il fuoco possa rianimarsi, dirigendosi verso Popoli, dove c’è una riserva naturale con numerosi animali a rischio.
Il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, sta seguendo da vicino l’evolversi degli eventi:
“Voglio ringraziare di vero cuore i Vigili del fuoco, gli splendidi ragazzi volontari della Protezione civile comunale, coordinati da Riccardo Rucci, la polizia locale e i numerosi volontari che lavorano da ieri pomeriggio, tempestivamente intervenuti , e che hanno garantito una grande operatività. Voglio ringraziare il mio vice sindaco Mariella Iommi, che da ieri ininterrottamente ha presidiato e coordinato l’attivazione del Coc insieme all’assessore Mario Sinibaldi e ai funzionari comunali ancora presenti sul territorio. Voglio incoraggiarli a proseguire per consentire lo spegnimento anche dei numerosi focolai della parte alta dell’incendio, prima che le alte temperature e il vento possano vanificare il lavoro svolto così che questa brutta pagina per la nostra comunità si concluda rapidamente e si possa pensare in breve tempo a riparare i numerosi danni che la sconsiderata azione di uomini senza scrupoli hanno prodotto. Dovremmo perseguire con tutte le nostre forze tali crimini affinché vengano consegnati alla giustizia i responsabili”.
Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana in Abruzzo, commenta:
“Un dolore immenso per queste immagini, ennesima ferita al cuore di un Abruzzo in ginocchio. Serve prevenzione, servono controlli, servono risorse, serve la Guardia Forestale. Chi l’ha accorpata, ora, si porta sulla coscienza non solo l’ennesima inutile riforma, ma ettari di bosco in fumo in mezza Italia. E’ il neoliberismo bellezza, ecco i risultati. A costo di essere ripetitivi chiediamo al governo nazionale di tornare indietro e rivedere l’assetto attuale, come negativo e totalmente inefficace: si torni alla Guardia Forestale subito”.
Sulla vicenda interviene anche Lorenzo Sospiri, capogruppo di Forza Italia in Regione:
“Se i Parchi Nazionali non riescono più neanche a difendere se stessi, è evidente che abbiamo un problema e che occorre aprire una riflessione seria sul ruolo e le capacità delle istituzioni. Il fuoco che da ieri sera e fino a oggi sta continuando a devastare il Morrone è una ferita che difficilmente riusciremo a sanare. Non è possibile tacere di fronte a tale disastro e compito della politica è aprire la vertenza parco individuando le risorse necessarie per affrontare subito l’emergenza, tagliando tutto il superfluo oggi incluso nel Masterplan e dirottando quei fondi nella tutela del territorio. Su questo tema prepareremo atti tipici da portare in Consiglio regionale”.
Sospiri aggiunge:
“Gli incendi sono la fotografia più chiara e disarmante di quanto sia stata scellerata e dissennata la scelta di smantellare il Corpo Forestale dello Stato, che in Abruzzo ha sempre garantito la massima vigilanza sul territorio e che nel 2007, esattamente dieci anni fa, proprio attraverso la propria vigilanza, era riuscita ad arginare il dramma causato da un’altra serie di roghi dolosi, salvando le nostre montagne. Oggi tutto questo è mancato, prima sul fronte del Gran Sasso-Rigopiano, oggi sul fronte del Morrone dove tutto è bruciato. E se oggi non riusciamo più neanche a proteggere un Parco Nazionale dai criminali, forse chi governa il territorio regionale dovrebbe porsi più di una domanda sulle proprie capacità amministrative, oltre che sulla propria utilità. Apriremo una riflessione pubblica su quanto sta accadendo in Abruzzo e sulle nostre montagne, sui fondi messi a disposizione in bilancio per fronteggiare l’emergenza che va prevista in una regione che conta diversi Parchi Nazionali, sulle capacità della Regione Abruzzo di svolgere il proprio compito di vigilanza, e su quanto andrà fatto da qui a fine anno per salvare ciò che resta dei nostri Parchi”.
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