Inquinamento ambientale in Abruzzo, esposto del M5S su Piano D’Orta
PESCARA, 28 luglio – La battaglia dei cinque stelle sulle ex aree industriali contaminate d’Abruzzo si arricchisce di un nuovo esposto, il terzo sull’area di Piano D’Orta, nel Comune di Bolognano, dove insisteva uno stabilimento della Montecatini. Esposto presentato questa mattina alla stampa in una conferenza stampa tenuta dai consiglieri regionali Sara Marcozzi e Domenica Pettinari che hanno puntato il dito sulle numerose “criticità dell’area”, messe nere su bianco “grazie al lavoro di studio intrapreso dall’avvocato Isidoro Melandra”.
Nell’esposto, inoltrato al Comando dei Carabinieri Forestali di Pescara, alla Procura Generale della Corte dei Conti di Roma e alla Procura Regionale della Corte dei Conti di L’aquila, il Movimento ripercorre la storia del sito parlando di una storia ancora più “travagliata e silente” dell’area industriale di Bussi.
“La Montecatini decide di insediare un proprio stabilimento per la produzione di Acido solforico da utilizzare nei concimi nel lontano 1902. Da allora la produzione cresce fino ad arrivare nel 1965, data in cui l’azienda chiude i battenti – sottolineano i consiglieri – Si tornerà a parlare di Piano D’Orta solo nel 2007, in seguito alla scoperta della discarica “Tremonti” a Bussi. Infatti, due mesi dopo la scoperta del sito di Bussi, la Procura di Pescara pone sotto sequestro anche le aree dello stabilimento Ex-Montecatini insistente nel Comune di Bolognano. Nel 2008, con il Decreto Ministeriale, viene istituito il Sin Bussi, ove rientra anche il l’area del sito industriale Ex-Montecatini. Dalle prime analisi avviate da un consulente esterno della Procura di Pescara emerge subito fotografia molto preoccupante dell’area: suolo e acque contaminate, rifiuti interrati”.
Una situazione a fronte della quale il Movimento punta il dito, nell’esposto, sui ritardi sulla caratterizzazione e messa in sicurezza di emergenza, sulla tardiva diffida al responsabile dell’inquinamento e al proprietario delle aree al silenzio sulle aree extra Sin:
“A distanza di 10 anni e dopo numerose riunioni tecniche e conferenze dei servizi tenutesi fra l’Abruzzo e Roma, non si è stati in grado di mettere in sicurezza l’area. Eloquente l’estratto del verbale di una conferenza dei Servizi nella quale il Ministero chiede al “soggetto attuatore”, il Comune di Bolognano, di avviare una copertura, anche provvisoria, del corpo dei rifiuti. Come accaduto per Bussi, inoltre, gli Enti preposti al controllo arrivano tardi. Infatti solo in data 22 Maggio 2015, a distanza di 8 anni dalla scoperta, come si evince dai documenti, arriva la diffida alla bonifica della Provincia al soggetto responsabile dell’inquinamento, Edison S.p.A. Ritardi che pesano come un macigno rispetto all’eventuale contenzioso che certamente sarà in divenire, gravando anche sulle casse delle Pubbliche Amministrazioni che hanno, a tutt’oggi, dovuto anticipare ingenti somme per la realizzazione del Piano di Caratterizzazione”.
Da qui la richiesta di accertare eventuali responsabilità degli enti preposti. Ma non solo. Perché il Movimento chiede anche chi pagherà i costi per la bonifica delle aree.
“Dalla documentazione in nostro possesso sembrerebbe che i costi anticipati fino ad ora dal Comune di Bolognano per la redazione del Piano di Caratterizzazioni potrebbero essere recuperati dal fondo dell’accordo di programma – concludono i consiglieri – Soldi pubblici. Il M5S chiede, in considerazione dell’avvenuta individuazione del soggetto responsabile dell’inquinamento, che a pagare le spese e a rimborsare quelle già sostenute sia il privato e non il pubblico”.