“La City” e “Mare inquinato”: rinviati i procedimenti a carico degli ultimi due sindaci di Pescara
PESCARA, 10 gennaio – Rinviati al 4 aprile prossimo, dal gip del tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea, i due procedimenti frutto delle inchieste sulla realizzazione della City e sull’ordinanza “fantasma” emanata dall’amministrazione comunale, nell’agosto del 2015, in merito all’inquinamento del mare. I due procedimenti sono trattati in maniera unitaria in quanto la seconda inchiesta è scaturita da un’intercettazione telefonica nell’ambito delle indagini sul caso della City. Nel corso della prossima udienza il giudice deciderà se separare i due procedimenti.
Il duplice rinvio si è reso necessario in seguito all’indisponibilità dell’avvocato di uno degli imputati, residente a Potenza e bloccato dal maltempo, alla quale si sommano i problemi di salute di uno degli imputati, che dunque non avrebbe potuto prendere parte all’udienza e la richiesta di termini a difesa da parte di uno degli avvocati, che ha ricevuto l’incarico soltanto di recente.
Nell’ambito dell’inchiesta sulla City, la mega struttura che dovrebbe ospitare gli uffici amministrativi della Regione Abruzzo, sono imputate undici persone, tra le quali l’ex sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e l’ex assessore comunale Marcello Antonelli, accusati di concorso in abuso d’ufficio. Altre quattro persone, tra le quali l’imprenditore Marco Sciarra, legale rappresentante della società Iniziative Immobiliari Abruzzese, coinvolto insieme al costruttore Giovanni Pagliarone e ai due direttori dei lavori Carlo Galimberti e Mario D’Urbano, sono accusate di concorso in abuso edilizio. L’inchiesta ruota attorno alla variazione della destinazione d’uso del fabbricato vicino all’aeroporto, deliberata nel 2013 dalla giunta Mascia: a giudizio dell’accusa sarebbe stato ignorato il piano di rischio aeroportuale, approvato nel 2012, che vieta la realizzazione di sedi istituzionali a ridosso dello scalo e sarebbero stati commessi altri illeciti.
L’altra inchiesta, quella sull’ordinanza “fantasma” per il mare inquinato, è di epoca più recente e vede imputati, per omissione di atti d’ufficio, il sindaco in carica Marco Alessandrini, il suo vice Enzo Del Vecchio e il dirigente comunale Tommaso Vespasiano: secondo l’accusa, rappresentata dai pm Mantini e Di Serio, avrebbero “omesso gli idonei provvedimenti amministrativi volti a tutelare la salute pubblica e ad impedire la pubblica balneazione di quel tratto costiero”. Le indagini, innescate anche da un esposto dell’esponente di Fratelli D’Italia Armando Foschi, si riferiscono ai comportamenti amministrativi successivi alla rottura della condotta del depuratore, nell’agosto del 2015, che determinò lo sversamento di scarichi inquinanti in mare. L’ordinanza del 3 agosto di due anni fa, a giudizio degli inquirenti, sarebbe stata tardiva rispetto al momento in cui gli amministratori erano stati messi al corrente della non balneabilità delle acque.